venerdì 25 marzo 2022

RAPSODIA IN BLU...E ORO

L’oro e il blu sono presenti spesso, anche accostati, nella pittura antica e classica. Basta pensare alle Madonne e alle immagini sacre. Invece nell’arte del Novecento e contemporanea non sono colori così frequenti. Con le dovute eccezioni.  Vedi il blu, per Yves Klein, che addirittura ha dato il nome a un certo blu, e che lui definisce il colore fuori, perché fuori dal tempo, colore del vuoto.



Molto interessante quindi, per l'inedito punto di vista, la mostra Oro & Blu inaugurata ieri alla Nuova Galleria Morone di Milano. Curata da Vittoria Coen, raccoglie, e in un certo modo mette a confronto, 21 opere di artisti dalle avanguardie del Novecento a oggi. Sono sculture, dipinti, installazioni, fotografie realizzati con materiali e tecniche diverse. Molti i pezzi inaspettati. Se di Klein un’opera blu non sorprende, non ci s’immagina però che sia un multiplo in pigmento e resina sintetica a forma di mappamondo, dal titolo La terre bleue. Da Lucio Fontana ci si aspetta un Concetto spaziale, ma stupisce che sia un olio su tela blu. Non così visto neanche il Piccolo cavallo di Marino Marini del 1973, completamente in oro. E’ realistico il blu del cielo nella foto Aci Trezza di Olivo Barbieri, che diventa un’immagine onirica per gli scogli neri. Surreale, non poteva essere diverso, il blu del Pain peint di Man Ray, baguette in bronzo dipinta. E’ blu il filo che lega le pagine del libro in tessuto, Ciò che non so, di Maria Lai. Un’esplosione d’oro su un vecchio portone chiuso di legno scuro è La luce dopo il buio, opera del 2022 di Maria Cristina Carlini(in basso). Non si sa se quell’oro è parte della luce che si troverà aprendo il portone o è quel poco di luce uscita, chiudendolo. L’artista non lo dice, ma lascia all’osservatore di decidere, come sempre nelle sue installazioni, dove mistero, ricordi e futuro si mescolano al quotidiano. La mostra chiude il 13 maggio.  
 

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