giovedì 1 agosto 2019

UN PASSO DAL CIELO




C’è stato un momento negli anni 70 in cui Cervinia poteva essere un modello di pessima architettura, edilizia correggerebbero gli architetti. Sequenze, certo modeste, di cemento dove l’inserimento, non sempre azzeccato per luogo e dimensioni, del legno avrebbe dovuto, nell’idea e nel progetto dell’intraprendente geometra, dare quell’aria da chalet, anzi da rifugio alpino. Purtroppo anche la svettante e coraggiosa mole della Casa del Sole di Carlo Mollino del 1955, quasi un grattacielo per il contesto, era incapace di cancellare l’obbrobrio dell’insieme. Perfino il rifugio Pirovano, progetto di Franco Albini con le sue colonne di pietra, riusciva a malapena a risollevare lo spirito a chi indirizzava l’occhio solo in quella direzione. Inutili i tentativi di qualche piccolo edificio senza particolare qualità, ma realmente montano. L’unica consolazione, certo non piccola, era alzare lo sguardo verso le montagne intorno e soprattutto il Cervino, che più montagna montagnosa di quella non ne esiste altra. Oltre al suo gemello ingrandito nel Nepal: il Fishtail, considerato montagna sacra e non scalabile, forse ispiratore del logo della Paramount. La vera fortuna insomma era poter essere in uno degli orrendi condomini e da lì guardare il Cervino. Da qualche anno sembra essere arrivato un maghetto che con la sua bacchetta magica ha creato case che sono realmente da montagna. Non necessariamente hanno delle dimensioni più contenute, ma i rivestimenti di legno sono preponderanti e soprattutto cercano di avere uno stile. Una delle caratteristiche comuni delle nuove architetture, in questo caso anche l’architetto più integralista concederebbe l’uso del termine, sono le grandi finestre. Con un piacevole effetto. Di giorno riflettono le montagne intorno, di sera le luci all’interno alleggeriscono la massa del legno e danno un senso di calore. C’è poi anche nell’uso dei materiali un’attenzione alla sostenibilità, come racconta l'ampio chalet all’inizio della salita verso il rifugio Oriondé. C’è una ricerca di differenziare i volumi quasi a immagine e somiglianza delle montagne. Anche qualche vecchia costruzione è stata modificata, con rivestimenti di legni, insegne particolari, terrazzi ed è diventata più piacevole alla vista. Altre sono mimetizzate, con l’eccezione di una quasi all’ingresso del paese, prima anonima in legno e muri bianchi, ora di un grigio e sinistro cemento che sembra portata lì direttamente dalla Berlino Est dei tempi più oscuri.  Comunque i molti cantieri in atto promettono bene. Non è certo un caso che tra le varie iniziative turistiche organizzate quest’estate per Sentieri d’autore ci siano I trekking delle architetture, dedicati ai luoghi e ai modi dell’abitare.

Nessun commento:

Posta un commento