mercoledì 10 gennaio 2018

SI', LA MODA E' TUTTO UN FILM


Il cinema è il tema del 93esimo Pitti Immagine Uomo di Firenze. I modi di vestire rivelano stili di vita diversi, proprio come i film sono di vario genere. Esplicativo il grande tabellone all’ingresso con le poltrone di una sala cinematografica e gli enormi manifesti nel cortile della Fortezza, ognuno dedicato a un settore della mostra trattato come un film. Il riferimento al cinema è comunque frequente nella moda. Anche per il prossimo inverno. Ko Taeyong stilista di Beyond Closet,  marchio che ha sfilato con BMuet(te) per Concept Korea,  guarda alla filmografia di Wes Anderson e alla sua capacità di alleggerire con il colore il rigore. E così rivede i capi classici con una nuova impronta. I rombi del vestire british hanno a sorpresa un muso di animale. Il patchwork di maglia all’uncinetto diventa un pezzo sartoriale. Il poema di un pittore surrealista francese è la spinta creativa per Seo Byeong Mun ed Eom Jina di Bmuet(te). Alla base l’idea di libertà che porta a stravolgere i capi. La felpa ha un doppio giro di maniche, la camicia diventa maglia, il trench di lei è aperto sulla schiena. In prima fila una giovane coreana schizza i modelli con un atélier di pittura sulle ginocchia(foto in basso). Cercare il nuovo partendo dalla tradizione è uno dei leitmotiv di questo Pitti. Drumohr, brand scozzese ora italiano, recupera per la sua maglieria, oltre all’argyle, il biscottino, un disegno che ricorda un biscotto Pavesino, definito, pare, così per la prima volta dall’Avvocato Agnelli. Lo amplia, lo allunga e soprattutto cerca nuovi accostamenti di colore. Schneiders guarda al classico ma rinnova le lunghezze, e il cappotto scuro di Orson Welles in Il Terzo Uomo è uno spunto a cui attingere. Con lo stesso stile la capsule per la donna. Tombolini, allo zero peso aggiunge lo zero sewing e propone cappotto e giacca, senza cuciture e senza filo. Per provare la vestibilità dei zero peso, dopo la performance dei ballerini della scorsa stagione, proietta un video di due schermitori in completo che duellano nella riaperta fabbrica Tombolini. A vederlo Valentina Vezzali. Rivedere i pezzi dell’archivio in chiave attuale è da sempre la mission di Corneliani, che presenta vari guardaroba tra pezzi da collezionisti, compresa una Ferrari del 1968. Brunello occhieggia agli anni ’50, per coglierne l’eleganza di certi velluti a coste per il completo da portare con il pullover infilato dentro la cintura dei pantaloni, sempre con le pinces. Tra i colori il blu, l’immancabile grigio e un rosso Cabernet. Blu e tabacco anche gli smoking. L’understatement può essere attraente? La risposta è la prima collezione di Sant’Andrea, un sartoriale contemporaneo che utilizza i migliori tessuti italiani e il lavoro attento e appassionato di 170 donne.  Nel tondo edificio della Polveriera va in scena il progetto Athlovers. Cinque brand, due statunitensi, uno belga, uno tedesco e uno italiano interpretano il tessuto di Reda, storico lanificio biellese per mini collezioni athletic-minded.  Punta sempre di più sull’athleisure Paolo Pecora, con la raffinata maglieria e la capsule collection per Champion. Stile athleisure anche per il soft blazer di Hanro, storico marchio d’ intimo svizzero, ora austriaco. Per il nuovo dandy le camicie di Gallia  con il ricamo della propria firma sul polsino. Le portano già Vladimir Putin e il violista Yuri Bashmet.  

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