martedì 12 aprile 2016

DI SORPRESA IN SORPRESA


Ormai ci si aspetta le sorprese, ma senza  esagerare. Il gioco di equilibri  diventa elemento vincente nella Design week milanese. Iniziata ufficialmente oggi con l’apertura del Salone del Mobile ha animato la città da ieri con il fuori salone . In fermento già nelle prime ore del pomeriggio la zona Tortona con scheletri di automobili a grandezza naturale, statue della libertà e la preparazione dell’isola tropicale da Hilfiger con la linea jeans. Il fulcro, as usual, è il Superstudio. Molte le cose da vedere.  Dall’albero di Stefano Boeri,  realizzato con 3 M che apre la zona dei materiali, all’Obelisco di quattro metri in legno e acciaio di Maria Cristina Carlini(foto in basso) . Entusiasmante l’ambientazione di Citizen con elementi metallici, effetti luminosi e sonori.  O quella di un altro giapponese Aisin per presentare la tecnologia futuribile delle sue macchine da cucire(foto al centro). Dal Giappone anche l’installazione con frammenti fluttuanti in vetro  di Asahi Glass, una delle più famose aziende del vetro(foto in alto). Si viaggia attraverso le culture del mondo da Barovier & Toso, in un progetto di Paola Navone. In Selected Objects (acquistabili on line su www.lovethedesign.com/superstudio2016), da Emilgroup si può vedere con speciali occhiali  l’utilizzazione, in diversi ambienti, delle straordinarie pareti di ceramica.  Da non mancare  il roof garden di Michelangelo Pistoletto, dove rilassarsi con le bollicine del rosé Valdo, nella bottiglia limited edition, disegnata da Fabrizio Sclavi.  Il discorso delle contaminazioni è sempre più evidente. Nel Luxury Living Showroom di Via Durini,  Cristiana Schieppati ha presentato il Chi è chi Design 2016, con Clinique e i suoi prodotti di bellezza e le geniali borse double face di V°73. All’atélier Les Copains di Via Manzoni in mostra, fino al 12 maggio, le sculture tra fisica e natura di Arthur Duff,  con luci e pietra lavica. In via Giannone, Garibaldi Connection ha presentato i lavori di vari designer e artisti. Dagli abiti ai mobili-scultura di Edoardo Bassoli. Dai divani e i pouf multitasking di Cristina Prinetti ai tappeti, pezzi unici, disegnati da Marco Piva e fatti realizzare artigianalmente in Nepal da Gianpaolo Tibaldo.

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