giovedì 21 gennaio 2016

AVARO FOREVER


Sui classici a teatro ci sono due scuole di pensiero. C’è chi vuole la rappresentazione fedele all’originale, rinnovando regia, costumi, musiche e aggiungendo al massimo qualche interessante gioco di luci. E c’è chi invece preferisce un’interpretazione aggiornata, magari in abiti attuali e ambientazioni contemporanee,  anche con modifiche nel testo. L’Avaro di Lello Arena, con la regia di Claudio Di Palma, ora al Teatro Menotti di Milano fino al 23 gennaio, è ancora qualcosa di diverso. Il vero protagonista non è Arpagone, quanto l’avarizia, più che un difetto una concezione mentale che prevarica non solo i sentimenti, le abitudini, gli affetti, ma il senso dell’esistenza stesso. Che non è legata ai tempi, ma li attraversa, da quelli di Molière ai nostri. E Le sedie,  di stili diversi, appese alle pareti di una stanza fatta di porte a vetro, come una collezione, ne sono  un’espressione. Tanto che gli attori sulla scena si siedono per terra, eccetto Arena-Arpagone che si fa portare su una sedia a rotelle da ospedale. Anche gli abiti non hanno epoca o piuttosto hanno dettagli di tutte le epoche. Forte è la contrapposizione dei costumi eleganti, in certi casi scintillanti e luminosi e con dettagli preziosi, dei vari  personaggi  e l’informe cappotto di pelle nera dell’avaro.
 Anche nel testo sono state molto liberamente sostituite frasi di un umorismo  di quel periodo storico con espressioni più dei nostri giorni, spesso legate alla comicità napoletana. E sono stati aggiunti addirittura effetti speciali alla Rocky Horror Show.  Bravissimi gli attori. Si ride, ma appaga anche la vista e stimola la mente.  Dopo Milano L’Avaro sarà in tournée a Broni, Riva Del Garda, Cesenatico, Mola di Bari, Altamura, Pussi (Ra), dove termina il 2 febbraio.

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