sabato 9 marzo 2013

L'ERBA DI CATERINA

 Erba di San Lorenzo

In genere si è diffidenti  nei confronti della microfotografia, forse perché è così vicina al virtuosismo e lontana in qualche modo dall’arte. La si percepisce fredda, fastidiosamente didascalica. Se poi il soggetto trattato è la botanica, l’effetto respingente si moltiplica. Non succede  di fronte  alle foto di Caterina Saban, da vedere a Villa Necchi Campiglio, a Milano, fino al 21 marzo, raccolte con il titolo “Delizia e Meraviglia “. E l’incuriosente sottotitolo  “Ritratti di erbe, erbacce e fiori selvatici commestibili”. E non è certo per l’ambiente in cui la mostra è presentata , il mansardato quarto piano della villa, ex camere della servitù. Uno spazio gradevole, ma che non ha  un’illuminazione studiata per valorizzare.
Raponzolo
Una cinquantina le fotografie, tutte accompagnate da una didascalia che  racconta le dimensioni dell’erba in questione, il tipo di terreno in cui cresce, come è commestibile. E anche questa spiegazione, per quanto precisa  e documentata, non ha niente della catalogazione dell’erbario asettico, anzi c’è un filtro di humour. Si ha voglia di leggere, di sapere. Di scoprire  che quel fiore dall’aria minacciosa e aggressiva come una pianta carnivora  è grande pochi millimetri , cresce lungo le spiagge della Maremma e bollito e condito è una leccornia. Ecco due fiori che si fronteggiano. Sofisticati, irreali, sembrano provenire da terre tropicali e invece si trovano ai bordi delle nostre autostrade e sono la base di ottime tisane.  Il finocchio marino  trasfigurato da una luce speciale e ingigantito assume le sembianze di un’alga da acquario. Una microscopica campanula, lasciando andare  minimamente la fantasia, ricorda una donna con cuffia di un quadro di Vermeer. Il comune soffione diventa futuribile e il raponzolo una creatura spaziale. Che poi si scopre perfetta per le frittate. Eppure non ci sono interventi di photoshop o lavorazioni particolari. Saban la maggior parte delle erbe le ha fotografate sul posto,  aspettando la luce giusta e utilizzando magari un pannello di sfondo. Qualche altra erba l’ha recisa e fotografata in interni, ma sempre con luce naturale. E quasi sempre sul luogo dove l’ha trovata. In Toscana, Liguria, Lombardia, qualcuna nelle Eolie,  a Salina. Nel momento della fioritura  in genere fra maggio e giugno e cercando di cogliere l’attimo fuggente.  Completano la mostra un’installazione  a terra, sotto vetro, e  “paesaggi” di erbe, di cui  uno con i papaveri dalla breve vita. E’ probabile,  e ce lo auguriamo, che queste immagini possano venire raccolte in un libro.   

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