giovedì 28 marzo 2013

AFORISMI, ANZI AFIORISMI


Nell’era di photoshop è strano parlare di quello che si può fare con una macchina fotografica. Per Mila de Franco, biologa solo di formazione, si tratta di macrofotografia. Niente di nuovo apparentemente.  Se non fosse che questo tipo di fotografia “nelle sue mani” invece di dare spazio a una scientificità acuta quanto austera, dà via libera a una fantasia selvaggia, senza schemi. Dove l’unico criterio seguito è una passione al limite del maniacale per i fiori. I fiori ripresi a distanze ravvicinatissime e ingranditi nei dettagli diventano delle astrazioni. Proprio come nella pittura informale,  prevale l’intreccio delle linee e il sovrapporsi o l’affiancarsi dei colori.
 Clematis secondo Mila de Franco
La mostra al Caffé Letterario di Bergamo
Ogni foto-quadro ha una sua didascalia-titolo, ma è inutile cercare di capire  il soggetto da cui Mila è partita. Fa parte di un racconto di viaggio attraverso i fiori.  A completarlo, o meglio a spiegarlo,  22 grandi carte da gioco, con pensieri e detti sull’argomento. Sul filo dell’humour, come conferma il titolo della mostra “Afjorismi di Mila-da lontano era un fiore”. Difficile immaginarla, leggendone. Facile appassionarsene, vedendola. Si può fino al 10 aprile al Caffè Letterario ( Via S.Bernardino 52) a Bergamo, piacevole locale con una singolare frequentazione cultural-multietnica, che potrebbe trovarsi a Manhattan. E poi dall’11, data del vernissage, al 18, a Milano, alla Botanica Caremoli Capo Verde (Via Leoncavallo 16).  
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