Sicuramente la cornice aiuta, ma è anche vero che non è facile riuscire a mantenere il pubblico seduto e silenzioso quando la pioggia, iniziata come sporadici goccioloni, si scatena torrenziale e nel cielo si susseguono spettacolari quanto minacciosi lampi. Tanto più che sul palcoscenico ci sono due signori che leggono o parlano di Grecia e di Mediterraneo e un musicista. Nessuna azione, né danze spericolate. E’ la sera di ieri e siamo allo Scalo Torre di Pieve Ligure per il consueto, ormai da 18 anni, Festival degli Scali a mare, prodotto da Teatro Pubblico Ligure con la regia di Sergio Maifredi.
Sulla piattaforma, ricavata tra le rocce a picco sul mare, sono disposti sedie e palco. Intorno si affacciano alberi secolari e s’intravvede un castello dei primi Novecento d’ispirazione medioevale, set cinematografico e, pare, nido d’amore di Ava Gardner e Walter Chiari. Di isole e di città il titolo dello spettacolo con l’attore Giuseppe Cederna, Giorgio Ieranò, grecista e scrittore che ha curato anche la drammaturgia, e il polifiatista Edmondo Romano con le musiche da lui scritte. Cederna, grande viaggiatore, sempre sul filo di una garbata ironia, parla di Grecia alternando a descrizioni e sensazioni, aneddoti da turista con riflessioni più serie sulla storia e la lunga cultura del luogo. Sostenuto in questo dalle precisazioni di Ieranò, dotte, ma mai pesanti. Nelle disquisizioni dell’attore vari spunti interessanti sul tema dell’immigrazione. Svariati i riferimenti alle divinità mitologiche e a Omero, naturalmente. O ancora le citazioni di personaggi sulle bellezze naturali delle isole e le ricchezze artistiche da Delfo ad Atene. A cominciare dal Partenone definito da Le Corbusier una “piccola creazione della mente”. Con commenti di Freud, Mark Twain, Henry Miller, Lord Byron e altri. Fino all’emblematica affermazione di Odisseo Elitis poeta greco, Premio Nobel per la letteratura nel 1979, per il quale “nelle isole greche del Mediterraneo ci può essere l’assoluta gioia e l’assoluto dolore, ma la verità sempre”. Applauditissimo, giustamente, il bis sotto pioggia scrosciante.
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