Mia mamma fa il notaio, ma anche il risotto. Questo il titolo del terzo e ultimo spettacolo degli Scali a Mare Pieve Ligure Art Festival ideato e diretto da Sergio Maifredi per Teatro Pubblico Ligure. Palcoscenico lo Scalo Chiappa, il più piccolo dei tre scali, ma di certo non meno affascinante degli altri due. Foltissimo il pubblico, seduto sulle sedie sistemate nella discesa-scalo, appollaiato sulla roccia o sui gradini delle scale o sul camminamento che porta al terrazzo belvedere.
Il cielo, la roccia, il mare a fare da sfondo e scenografia alla stand up comedy di Filippo Capobianco. Classe 1998, laureato in fisica, campione mondiale di Poetry Slam (competizione tra poeti), vincitore del FringeMI Festival 2024 (rassegna di arti performative "che porta il teatro dove non c’è") autore di libri, è una delle promesse, decisamente mantenute, del teatro italiano. Già il titolo dello spettacolo è una garanzia. La comedy si basa sulla parola, le rime, le assonanze. Con qualche intermezzo in cui Capobianco canta, molto bene tra l’altro, di solito accompagnandosi con la chitarra, ieri sera senza, perché con un braccio fasciato per la frattura dell’indice. Non facile ricordare e sintetizzare quello che ha detto. Passa dal dipingere il quadro famigliare o meglio la sua mamma (il notaio che fa bene il risotto) ma solo nel rapporto con lui a divagazioni sul luogo dove si ama o non si ama abitare, nel suo caso Pavia. Dall’incontro-innamoramento con una terrapiattista, alle burocrazie e le motivazioni per la ricerca di un lavoro. Non tutto è chiaro e spesso il surreale, fa perdere il filo conduttore, ma Capobianco ha una straordinaria capacità empatica. Diverte, affascina, intriga, non è mai banale anche in argomenti scontati. Non cerca l’effetto facile, per ruffianarsi la risata. Dispiace non riuscire sempre a seguire i suoi racconti, ma ci si consola con il suono delle sue parole, i suoi movimenti, guardando il suo sorriso e la sua camicia d’autore con stampate coloratissime mongolfiere di varie dimensioni.
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