Nel teatro è ormai diffuso affrontare importanti temi politico-sociali sdrammatizzando con elementi come il surreale o la comicità. Ma il rischio di cadere nel grottesco, togliendo forza e credibilità al messaggio, è spesso in agguato. Questo non succede in Chicago Boys, fino al 19 novembre al Teatro della Cooperativa di Milano. Tanto che quando si esce dal teatro il senso d’impotenza e la perdita di speranze per il futuro, resta e persiste. La regia è di Renato Sarti che ha scritto anche il testo, base e sviluppo di quello per un cortometraggio sul tema della privatizzazione, a lui commissionato nel 2004 da Milena Gabanelli per Rai3Report.
La scena curata da Carlo Sala, come i costumi, vede in boxer e vestaglia in una vasca da bagno il bravissimo Massimiliano Loizzi. Subito si rivela un losco e spietato finanziere che ha deciso di vivere in un rifugio antiatomico, immerso appunto nell’acqua dove mangia, beve, dorme, compra e vende azioni, fa sesso con la escort Svetlana (Elena Novoselova), regalatagli con la gemella Irina che non c’è più da Putin. Alle sue spalle sono proiettate delle foto con le quali, supportato da Svetlana, racconta come le idee di Milton Friedman, premio Nobel per l’economia 1976, hanno influenzato il mondo intero e si è arrivati a una situazione di miseria, guerre, prigionia, torture, anche queste documentate con immagini forti. Il ritmo è serrato, non lascia un attimo di respiro, nonostante le facezie con cui il finanziere vuole accaparrarsi la complicità del pubblico. Il finale, ben studiato e inaspettato, toglie quell’impronta surreale che poteva addolcire o mitigare l’orribile quadro. Ottimo il testo come la regia, perfettamente calati nei personaggi gli attori. Uno spettacolo assolutamente da vedere, meglio se preparati.
Nessun commento:
Posta un commento