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E’sicuramente uno degli esempi più monumentali e anche più interessanti di arte effimera. Delle dimensioni di 2.500 metri quadrati, dipinto agli inizi di luglio alle falde del Monte Bianco a 2.300 metri d’altezza, è scomparso molto prima dell’arrivo della neve, solo per la crescita dell’erba. A metà fra la Land Art e la Street Art, per qualcuno Floor Art perché utilizza come base le superfici piane, è, meglio è stato un affresco su erba visibile solo dall’alto, quindi da un elicottero o dalla cabina della funivia Skyway che porta al punto più alto d’Italia. Fotografabile anche da un drone.
S’intitola(va)Une grande dame e rappresenta(va)una signora anziana, presumibilmente una nonna abbracciata alla nipotina che guardano le montagne intorno. Dietro tutto questo la mano e soprattutto la genialità e il pensiero di un giovane artista franco-svizzero. Si chiama Guillaume Legros (classe 1989) ma si firma Saype, fusione di say (dire) e peace (pace). Il suo intento dipingere un messaggio intra generazionale, esistenziale, sociale ed ecologico, sulla bellezza della natura, ma soprattutto sulla sua fragilità e il cambiamento a cui si va incontro e di cui bisogna occuparsi. Coerente, per la sua opera ha utilizzato vernice di gesso, carbone e proteine del latte, quindi materiali completamente biodegradabili. “L’arte ha un potere nella società, è un linguaggio universale, che può influenzare le persone” ha detto l’artista. Non a caso nel 2019 la rivista Forbes lo ha inserito nell’elenco delle 30 persone under 30 più influenti nell'arte e nella cultura.
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