E’ un piccolo giro del mondo, soprattutto delle zone costiere, quello in cui ci porta Mila de Franco con Panni stesi (Edizioni EBS Print). E sono proprio i panni stesi, da lei fotografati, che tracciano il percorso. Una breve introduzione e poi via a undici capitoli. Ognuno di questi racconta, involontariamente, piccole storie di vita quotidiana, di usanze, di abitudini, ma anche messaggi d’amore e di socialità. C’è un breve sommario e per ogni foto un titolo con l’indicazione del luogo. Poche parole tra l’ironico e il poetico che mettono a fuoco situazioni, lasciano immaginare, aiutano a seguire l’itinerario.
Riflessioni che vanno dal giocoso con humour:“I panni sporchi si lavano in casa, ma anche si asciugano”. Al filosofico:“Il gesto dei panni stesi è entrato nella fantasia dei bambini che imitano la vita degli adulti o nella fantasia degli adulti che imitano i giochi dei bambini”. I diversi modi di stendere, gli stessi capi stesi, i loro colori, gli eventuali abbinamenti, l’ordine e il disordine, con il supporto delle parole di Mila de Franco, diventano un modo per individuare stili di vita diversi, creatività insospettate, a immaginare storie ma anche a spingere a proseguire il gioco. Probabilmente dopo aver sfogliato e letto il libro, un balcone, una finestra, un giardino con panni stesi diventeranno qualcosa da studiare, perché mai statici, sempre in movimento. Che cambiano con la luce e con il vento, che segnano le stagioni. Interessanti all’inizio del libro le indicazioni dei "panni stesi oltre il quotidiano" per scoprire i panni stesi nella scienza, nella fisica, nel cinema, nella letteratura. Come altrettanto intrigante l’ultimo capitolo dedicato alle mollette, incontrastato e indispensabile protagonista dello stendere.
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