giovedì 29 giugno 2023

MURI CHE UNISCONO

Una mostra di Banksy? Ci si aspetta di vedere foto dei suoi murales o qualche pezzo in copia numerata. E invece in Banksy.Painting Walls ci sono tre porzioni di muro dipinti dall’artista inglese, oltre a opere, pezzi unici e multipli. Un evento davvero eccezionale e non solo perché è la prima volta che i muri di Banksy arrivano in Italia, ma anche perché si tiene nell’Orangerie della Reggia di Monza, davanti al famoso roseto, un luogo che di per sé "vale il viaggio". Prodotta da Metamorfosi Eventi in collaborazione con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, la Unauthorized Exhibition (perché Banksy autorizza solo le mostre organizzate da lui) continua il percorso di arte contemporanea nel palazzo storico, iniziato con Keith Haring. In perfetta sintonia l’allestimento, che risponde a una precisa e intelligente chiave di lettura voluta dalla curatrice Sabina de Gregori




 

Il lungo salone dell’Orangerie è trattato come la navata di una chiesa dove alle pareti sono esposte le opere “come si trovassero su una strada”. Sul fondo dietro una paratia, come fosse l’altare, i tre muri in una cornice da museo. “La mostra vuole evidenziare il processo sacralizzante per mostrare come ormai l’arte di Banksy sia inscindibile dalla performance mediatica e museale che coinvolge le sue opere” spiega De Gregori. Tutti e tre provenienti dalla stessa collezione privata, i muri hanno per protagonisti adolescenti, la generazione secondo l’artista più sensibile alle tematiche a lui care: divario sociale, diversità, ambiente, migranti. Da Season’s Greetings apparso nel 2018 a Port Talbot nel Galles, considerata  la città più inquinata del Regno Unito: un ragazzino a braccia spalancate  con la bocca aperta per assaporare i fiocchi di neve, in realtà cenere proveniente dal vicino bidone della spazzatura in fiamme. Alle precedenti Heart Boy con il bambino che dipinge un cuore  a Robot Computer Boy dove un altro bambino, forse Banksy da piccolo, ha la testa in un computer. Non meno intriganti, anche se meno emblematiche, le altre opere dove l’attacco al potere, ai preconcetti, agli abusi, continua forte e diritto al punto, spesso con quello humour che avvicina e coinvolge maggiormente lo spettatore. Come nel Cristo in croce con i pacchetti dello shopping o lo zerbino di casa con Welcome scritto con il tessuto delle giacche dei migranti. O l’enorme donut  la tipica ciambella fritta americana sul tetto di un camion scortato dalla polizia. O ancora il suo autoritratto con due occhi coperti da occhiali circondato da pennellate-macchie. Coerente con la storia di un artista  di cui nessuno, se non i suoi stretti collaboratori, conoscono l’identità.  La mostra  è aperta da domani al 5 novembre. Per info: www.banksymonza.it

 

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