C’è chi ha scritto che i libri gialli ambientati in città italiane degli ultimi anni, alcuni diventati fiction televisive, sono gli eredi del romanzo storico dell’Ottocento. Perché, proprio come nel romanzo storico, a far da cornice alla vicenda noir c’è la descrizione di una città o di un quartiere cittadino con particolare attenzione al contesto sociale, in genere contemporaneo. Salvo le eccezioni, come il Ventennio a Napoli del Commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni.
Dove e come collocare allora i Racconti in giallo che si svolgono in Piemonte tra il 1824 e il 1860 di Delitti e Misfatti di Luisa Gay (LAReditore)? Sono quattordici, ognuno con un suo plot di delitto con conseguente indagine. I protagonisti sono sempre gli stessi, Mario Peyretti e Alberto Fruttero, due carabinieri della neonata (1814) Arma del Regno di Sardegna, intorno ai quali ruotano personaggi fissi, come i famigliari dei due, più quelli legati al caso, morti e assassini compresi, più ogni tanto figure storiche come il Conte di Cavour, Costantino Nigra e la Contessa di Castiglione. Per lei, tra l’altro, c’è una piccola parentesi parigina. Per il resto tutto si svolge in Piemonte, più specificatamente nelle valli Valdesi, a Torre Pellice, Pinerolo, Luserna, con qualche blitz nel Canavese, nella Val Po, alla Reggia di Stupinigi. Per la scelta dei luoghi e dei tempi, niente è lasciato al caso o non è storicamente controllato. Tutto è frutto di una documentata preparazione. La narrazione è impostata sul dialogo che, oltre a ben connotare i personaggi presentati solo con dei rapidi flash, dà modo all’autrice di colorare con humour e rendere scorrevole la lettura. Il fatto che i protagonisti siano sempre gli stessi crea una certa empatia, per cui si ha veramente l’impressione di conoscerli, si tifa per uno piuttosto che per l’altro, anche se non sono in competizione. Di Peyretti, il più vecchio, si apprezza la pacatezza, l’esperienza e magari si sorride della troppa serietà. Di Fruttero, chiamato così in omaggio allo scrittore della celebre coppia, colpisce l’intraprendenza, il senso dell’umorismo e quella buona dose di spavalderia. Come della figlia Carlotta, comparsa in più di un racconto, ribelle, passionale, coraggiosa, anticonformista, femminista ante litteram. “Una specie di Jo March” commenta Luisa Gay, di cui è facile innamorarsi. Oltre che in libreria il libro si può ordinare, senza spese di spedizioni, a questo link: http://www.laredit.it/collana-memorie.html
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