L'artista all'opera |
Stalattite |
Nell’arte, soprattutto
contemporanea, è sempre discutibile e discusso se l’opera di un artista vada
considerata per l’emozione o la non
emozione
che dà o se invece è importante essere informati su cosa c’è dietro. Qual era l’intenzione di chi l’ha creata, cosa voleva significare. Certo per opere come quelle di Giovanna Lysy, sicuramente una cornice può aggiungere o dire qualcosa di più, specie se sono quasi dei site specific, progettati per un luogo particolare, come la tenuta di famiglia in Toscana, di fronte al monte Amiata. Si tratta di grandi installazioni in ferro, vetro, resina, cristalli, rocce, minerali, fossili, che lei stessa assembla, taglia, fonde, seziona. Raccontano il mondo, il tema della sopravvivenza, la paura dell’imminente catastrofe, dei cambiamenti climatici, ma anche il sogno di libertà, l’accoglienza di ciò che non è perfetto, l’energia che può dare la natura. C’è un enorme pannello di resina con delle protuberanze inquietanti, si chiama Vela. Accanto una corda che potrebbe essere la cima di una barca, una strana piattaforma rovesciata e un divano, dove seduti si può, forse, immaginare di viaggiare trasportati dal vento. C’è il Diamante imperfetto, sempre in resina, con una parte più scura: l’imperfezione che si deve e si vuole accettare. Perché il mondo non è perfetto. E poi c’è una strana costruzione con un elemento metallico e intorno dei sassi bianchi: è La passeggiata del gigante. Le opere, sono tutte illuminate dal basso, da sotto la superficie terrestre. Sono istallazioni che si guardano con piacere dai titoli tra l’ironico, il filosofico, il sociale. Dietro c’è molto da dire e forse qualcuno vorrebbe saperne di più. E ora può, perché sono il soggetto di Shine, sotto la superficie il primo catalogo multimediale immersivo di Icons Production. Presentato oggi al Salotto di Milano è un divulgatore culturale di arte, moda, costume, design, fondato e diretto da Federica Borghi. I cataloghi sono fruibili come un sito web tridimensionale da computer, smartphone, tablet e non richiedono un visore. Nel caso di Shine non solo si possono vedere le opere immerse nel parco di Lysy in Toscana, ma si può vedere l’artista al lavoro, sapere di ogni opera la storia, sentire i commenti dei vari componenti della famiglia che, in qualche modo, hanno collaborato al progetto.
che dà o se invece è importante essere informati su cosa c’è dietro. Qual era l’intenzione di chi l’ha creata, cosa voleva significare. Certo per opere come quelle di Giovanna Lysy, sicuramente una cornice può aggiungere o dire qualcosa di più, specie se sono quasi dei site specific, progettati per un luogo particolare, come la tenuta di famiglia in Toscana, di fronte al monte Amiata. Si tratta di grandi installazioni in ferro, vetro, resina, cristalli, rocce, minerali, fossili, che lei stessa assembla, taglia, fonde, seziona. Raccontano il mondo, il tema della sopravvivenza, la paura dell’imminente catastrofe, dei cambiamenti climatici, ma anche il sogno di libertà, l’accoglienza di ciò che non è perfetto, l’energia che può dare la natura. C’è un enorme pannello di resina con delle protuberanze inquietanti, si chiama Vela. Accanto una corda che potrebbe essere la cima di una barca, una strana piattaforma rovesciata e un divano, dove seduti si può, forse, immaginare di viaggiare trasportati dal vento. C’è il Diamante imperfetto, sempre in resina, con una parte più scura: l’imperfezione che si deve e si vuole accettare. Perché il mondo non è perfetto. E poi c’è una strana costruzione con un elemento metallico e intorno dei sassi bianchi: è La passeggiata del gigante. Le opere, sono tutte illuminate dal basso, da sotto la superficie terrestre. Sono istallazioni che si guardano con piacere dai titoli tra l’ironico, il filosofico, il sociale. Dietro c’è molto da dire e forse qualcuno vorrebbe saperne di più. E ora può, perché sono il soggetto di Shine, sotto la superficie il primo catalogo multimediale immersivo di Icons Production. Presentato oggi al Salotto di Milano è un divulgatore culturale di arte, moda, costume, design, fondato e diretto da Federica Borghi. I cataloghi sono fruibili come un sito web tridimensionale da computer, smartphone, tablet e non richiedono un visore. Nel caso di Shine non solo si possono vedere le opere immerse nel parco di Lysy in Toscana, ma si può vedere l’artista al lavoro, sapere di ogni opera la storia, sentire i commenti dei vari componenti della famiglia che, in qualche modo, hanno collaborato al progetto.
Nessun commento:
Posta un commento