C’è stato un momento negli anni 70 in cui Cervinia
poteva essere un modello di pessima architettura, edilizia correggerebbero gli
architetti. Sequenze, certo modeste, di cemento dove l’inserimento, non sempre
azzeccato per luogo e dimensioni, del legno avrebbe dovuto, nell’idea e nel
progetto dell’intraprendente geometra, dare quell’aria da chalet, anzi da
rifugio alpino. Purtroppo anche la svettante e coraggiosa mole della Casa del Sole di Carlo Mollino del 1955, quasi un grattacielo per il contesto, era incapace
di cancellare l’obbrobrio dell’insieme. Perfino il rifugio Pirovano, progetto di
Franco Albini con le sue colonne di pietra, riusciva a malapena a risollevare
lo spirito a chi indirizzava l’occhio solo in quella direzione. Inutili i
tentativi di qualche piccolo edificio senza particolare qualità, ma realmente
montano. L’unica consolazione, certo non piccola, era alzare lo sguardo verso
le montagne intorno e soprattutto il Cervino, che più montagna montagnosa di quella non ne esiste altra. Oltre al suo gemello
ingrandito nel Nepal: il Fishtail, considerato montagna sacra e non scalabile,
forse ispiratore del logo della Paramount. La vera fortuna insomma era poter
essere in uno degli orrendi condomini e da lì guardare il Cervino. Da qualche
anno sembra essere arrivato un maghetto che con la sua bacchetta magica ha creato case
che sono realmente da montagna. Non necessariamente hanno delle dimensioni più
contenute, ma i rivestimenti di legno sono preponderanti e soprattutto cercano
di avere uno stile. Una delle caratteristiche comuni delle nuove architetture, in
questo caso anche l’architetto più integralista concederebbe l’uso del termine,
sono le grandi finestre. Con un piacevole effetto. Di giorno riflettono le
montagne intorno, di sera le luci all’interno alleggeriscono la massa del legno
e danno un senso di calore. C’è poi anche nell’uso dei materiali un’attenzione
alla sostenibilità, come racconta l'ampio chalet all’inizio della salita
verso il rifugio Oriondé. C’è una ricerca di differenziare i volumi quasi a
immagine e somiglianza delle montagne. Anche qualche vecchia costruzione è
stata modificata, con rivestimenti di legni, insegne particolari, terrazzi ed è
diventata più piacevole alla vista. Altre sono mimetizzate, con l’eccezione di
una quasi all’ingresso del paese, prima anonima in legno e muri bianchi, ora di
un grigio e sinistro cemento che sembra portata lì direttamente dalla Berlino
Est dei tempi più oscuri. Comunque i
molti cantieri in atto promettono bene. Non è certo un caso che tra le varie
iniziative turistiche organizzate quest’estate per Sentieri d’autore ci siano I
trekking delle architetture, dedicati ai luoghi e ai modi dell’abitare.
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