Per quelli che alla brezza marina preferiscono
l’aria condizionata. Per chi la sera sceglie la gimkana tra boutique grandi firme e disdegna la
passeggiata silenziosa alla luce della luna e di pochi lampioni. Per chi il
mare è sabbia-lettino-ombrellone. Per chi in estate non può rinunciare
all’apericena con r & b a manetta. Per chi al muro un po’ scrostato e
consumato dal mare preferisce la parete perfetta, finita ieri, uguale da
Caronno Pertusella a Toronto. Per chi il relax è solo il massaggio in una
superpublicizzata Spa. Per loro il Resort La Francesca di Bonassola non è il posto adatto. Ed è
forse anche per questo che piace a molti
altri che ci ritornano estate dopo estate. La posizione in sé è spettacolare,
in quell'immenso parco naturale ai confini con le Cinque Terre. Con quella strada
per raggiungerlo, non troppo impervia,
ma sufficientemente a curve per darti l’ebbrezza di entrare in un mondo
diverso. Una vegetazione folta che, finalmente, un piano regolatore ha impedito
di massacrare, in 15 ettari che
dall’alto scendono a una spiaggia di rocce e sassolini. Ben distanziati l’uno dall’altro cottage e villette di diverse dimensioni, tutti con un terrazzo affacciato sul mare. E
poi una serie di servizi comuni. Dal ristorante con terrazza vista costa, dove
i piatti liguri hanno la meglio sui postumi patetici della nouvelle cuisine. Ai
due campi da tennis, alle due piscine una per i grandi una per i bambini,
giudiziosamente distanziate. E a sorpresa nei vialetti (sempre in salita o in
discesa) sculture e installazioni di artisti giovani e non, informazioni su
percorsi e training, eccetera. Altro punto di ritrovo il bar, piccolo ma con ampia terrazza nel fitto del bosco. Qui i proprietari, Marco De Poli ex
regista e la moglie Giovanna con un passato di costumista per cinema e
pubblicità, oltre che viaggiatori instancabili per lavoro e passione,
organizzano incontri. L’ultimo ieri sera, con la presentazione del libro Neos. Un viaggio lungo vent’anni, pubblicato dall’Associazione di giornalisti di
viaggio Neos.
Una dolce notte illuminata da una luna evocativa di paesi lontani. Quelli che Luisa ed io abbiamo raccontato a un pubblico attento sfogliando le pagine del libro curato da Espanet e Torrese.
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