lunedì 18 aprile 2016

LEAVING NEW YORK...





... never easy. Cantano i Rem. E non si può che dargli ragione. Nessuna città è così multitasking da piacere davvero a tutti. O comunque da far trovare qualcosa di entusiasmante per ognuno di noi. Non necessariamente straordinario ma che capta l'attenzione. Succede sempre qualcosa. Ogni giorno. E non solo nei luoghi deputati di sempre. In Times Square  il venerdì sera  chiunque si può sentire sul 

set di un film, tra statue della libertà che si muovono sui trampoli, Spider Man e altri personaggi da fumetto. In Washington Square puoi ascoltare Mozart,  suonato da un musicista che si è portato il pianoforte a coda,  fra alberi e panchine. O assistere alle esibizioni acrobatiche di un ragazzone di colore con il suo bambino . Due passi e lo scenario cambia, siamo in piena campagna elettorale, i sostenitori di Bernie e di Hillary distribuiscono suggerimenti. Ieri lui era al Prospect Park di Brooklyn,  lei a  Staten Island. Di Sanders si continua a sentir parlare nel Village. Gli artisti sono con lui. E lo provano con manifesti e  murales. Le primarie per la corsa alla Casa Bianca non sono l'unico evento di  questi tempi. C'è il Tribeca Film Festival ideato da Robert De Niro. Ora tutto si concentra in un unico palazzo sulla Varick Street all'altezza della Laight.Lo si riconosce subito,  non solo per la scritta e i cordoni per le code, ma per la sfilza di auto  nere in attesa delle star. All'interno la solita agitazione da festival con la solita parete con scritta , la sala stampa dove nessuno ti presta attenzione ( non ci sono  metal detector, né controlli ), e una piccola mostra con le opere di dieci artisti emergenti che saranno regalate ai vincitori delle varie categorie. Lo sponsor è Chanel, come conferma l'eleganza understatement del piccolo catalogo.  Il sole splende e i  dehors dei ristoranti nelle vie intorno sono tutti pieni. Ma ci si può sedere anche sulle panchine o sulle sedie metalliche dei piccoli giardini che nascono come funghi. Sono  dedicati a un personaggio o  magari semplicemente a qualcuno del quartiere. Come l'Alice Garden sulla Decima. Ma non ci si deve far  trarre in inganno da un cigno di gesso o da un buffo coniglio, Lewis Carroll qui non c'entra per niente. Lo shopping  è molto differenziato. Dal vintage della Prince street alle proposte fashion dei giovani creativi  della Bleecker, fino ai monomarca top della moda e del design sulla Greene. Qui spiccano  outsider come  Warby Parker:   occhiali da sole e da vista, tutti creati e prodotti dai due fondatori. Con prezzi ultra competitivi e una buona azione collegata: per ogni paia venduto, ne viene regalato uno a chi non se lo può permettere. Da qualche anno si  può risalire Manhattan attraverso la High Line (v. seconda foto dall'alto), il sentiero pedonale vietato ai cani,alle biciclette e agli skateboard, creato sulla vecchia ferrovia. Una passeggiata per vedere la città da un punto di vista diverso. Piacevolissima, anche se molto frequentata.

2 commenti:

  1. Bellissimo riassunto di una città dalle mille anime. Io non ci potrò andare mai e mi hai fatto "vedere" con i tuoi occhi tanti frammenti interessanti. Ho passeggiato con te. Grazie Luisa

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  2. La passeggiata continuerà, cara Nicoletta, e spero ti piaccia.

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