sabato 25 maggio 2013

DIARIO DI UN CANE LAPO


Si chiama Lapo, è un labrador. La mattina lo portano a correre in un parco cittadino. Non è il massimo per lui che sogna i grandi spazi suggestionato dalle pubblicità in TV, ma sa che è importante per nuove conoscenze e odori inediti. Appena sguinzagliato, con l'odorato a tutto gas, parte all’impazzata. "E’ arrivato Aldo, quante arie! C'è Zibo, è  un osso duro!  Laggiù c'è un piccoletto nero. Non l'ho mai visto. Il suo padrone non  mi piace. Padrone come la mia ce ne sono poche. Mi lascia fare quello che voglio, mi dà da mangiare piuttosto bene, sempre uguale, ma in fondo io sono un abitudinario. Ho una stanza tutta per me. La sera posso guardare la TV. E poi, come ho sentito dire, con Lei c'è l'imprinting.  Ma cosa succede laggiù? Perché abbaia Hamilton, un setter che piace molto alle femmine? La padrona lo sta sgridando. Come è severa! Ma lui come fa ad avere così successo. Vado ad annusarlo e cerco di capire. Anch'io seguo le femmine e le annuso proprio come fa lui, però con lui quelle si buttano a pancia all'aria e lanciano gridolini di gioia,   con me si rivoltano stizzite. Lei ha sempre paura che mi mordano. Io ho cercato di farle capire che tra noi si scherza, come dicono gli umani fa parte del nostro rituale. Ma perché non sono simpatico a Hamilton? Ci terrei tanto a diventare suo amico. Ogni mattina gli vado incontro, una volta gli ho ceduto perfino un sasso, ma lui non mi degna di uno sguardo. Lei sostiene che è uno snob, che ci sono anche delle persone che fanno così.   Allora vado da Zibo. Non mi piace, anzi per dire la verità, mi fa un po' paura. Ho sentito i padroni dire che è un capo. Solo perché è un pastore tedesco? Sono finiti i tempi. Si, certo lui è forte, riesce a portare in bocca legni grossissimi e stamattina ha già fatto la pipì su tutta quella fila di alberi. Ma se io mi metto di impegno, nel giro di qualche minuto riesco a coprirgliele tutte le sue pipì. Lei ha finito di leggere il giornale, ha l'aria nervosa, mi sta chiamando. L'unica è fingere di niente. Si è fermata a parlare con il padrone di una boxer tigrata di cui non ricordo il nome. Non mi piace più, mi sono reso conto che fra noi non c'è dialogo. Stanno parlando di me. La sento con la sua vocetta dire "Lapo non ubbidisce mai". Non la capisco. Tutta questa fretta per sedersi davanti a un tavolo, dove non c'è neanche un piattino piccolissimo con del cibo. Ci sono certi padroni che si mettono in bocca una cosa sottile e bianca che brucia un po'. Io l'ho provata, è cattivissima. Ma Lei neanche quello. Ora è meglio che mi avvicini, se no mi fa quel lungo discorso di cui capisco solo "cane cattivo". Io devo stare con la testa e la coda bassa. Non so bene a cosa serva, ma so che Lei ci tiene. D'altra parte se non lo faccio, non mi dà il biscotto. Eccomi arrivato vicino alle sue gambe. Mi mette il guinzaglio. Oh, che bella carezza! Lei è la migliore e poi quando dice "Bravo Lapo", io non capisco più niente, perdo la testa, non riesco più a tenere ferma la coda. Solo Lei riesce a dirlo così bene".


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