mercoledì 25 ottobre 2023

LA MONTAGNA INCANTATA

Per quanto sia l’adattamento teatrale dell’omonimo romanzo di Paolo Cognetti Le otto montagne, al Teatro della Cooperativa di Milano da ieri al 29 ottobre, è un’opera a sé, frutto di creatività diverse. Dove ognuno a suo modo ha dato un proprio originale contributo. Tutto poi coordinato dalla regia di Marta M.Marangoni e dalla drammaturgia di Francesca Sangalli. Non a caso l’autore del libro, Premio Strega 2017 da cui è stato tratto anche un film, ha detto in proposito: “Mi piace molto come le mie parole sono distillate e sono contento che la storia sia raccontata in altro modo, che ha più a che fare con la memoria”. 



La storia è la stessa, quella di Pietro, interpretato da Andrea Lietti, che a 31 anni torna nel luogo di montagna dove ha passato le estati da bambino per vedere il rudere che gli ha lasciato il padre morto da poco. I suoi ricordi del passato si mescolano alle emozioni del presente, tutto dominato da una passione per la montagna ereditata dal padre, con cui il rapporto è sempre stato difficile. La montagna non è solo l’arrampicarsi, il piacere della conquista, la sfida con se stessi, ma è soprattutto la metafora di una vita libera, dove il superfluo non esiste, dove c’è tempo e spazio per pensare. Accanto a Pietro in scena c’è Bruno, interpretato da Giuliano Comin, il ritrovato amico d’infanzia che non è mai sceso in valle, tranne per vedere il mare una sola volta. Parla poco ma quello che dice è pregnante, come lo sono i lunghi silenzi. Con lui e con la sua straordinaria efficienza Pietro rimetterà a posto il rudere. Frasi di tutti i giorni si alternano a considerazioni sulla vita, emerge l’amicizia, la passione per il salire, l’altezza, i silenzi. Silenzi interrotti dalla voce fuori campo di Arianna Scommegna, che cita come "eco della montagna" parole di Mark Twain e Hemingway. Quasi in contemporanea ai movimenti poetici e significativi della performer Alice Bossi che ricava suoni, rumori, vibrazioni, ispirate alla montagna, dalle installazioni sonore di Dario Buccino. Le luci che ricordano l’acqua, il ghiaccio, i sassi sono di Alessandro Barbieri mentre le musiche e le canzoni, tutte originali, sono di Fabio Wolf.  

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