mercoledì 20 ottobre 2021

SOTTO LA TENDA

Dire che in un’ora, con una scenografia minimale e una drammaturgia senza enfasi, coinvolge e fa pensare, è insufficiente per descrivere la forza espressiva di Saverio e Chadli Vs Mario e Saleh. Lo spettacolo, in prima nazionale, è il primo dei quattro del teatro di narrazione di Saverio La Ruina, in scena al Menotti Teatro Filippo Perego di Milano. Seguiranno i due classici  Dissonorata e La Borto e a conclusione Polvere


Sul palcoscenico, all’inizio in penombra, s’intravvede una tenda con tre sedie, un tavolo, degli zaini.  Qui si trovano a convivere due superstiti di un terremoto. Uno è un occidentale, cattolico, di nome Mario, lo stesso La Ruina, l’altro è un musulmano, Saleh. Il personaggio doveva essere interpretato  da Chadli Aloui (nella foto con La Ruina) nato a Palermo da genitori tunisini, che ha collaborato, tra l’altro, per il finale, ma per un grave problema, non gli è stato possibile. Ora nel suo ruolo c’è Alex Cendron. Il dialogo inizia al buio, con dei cenni al colore della pelle, alla diversità. Mario pronuncia frasi pesanti nei confronti di Saleh, senza rendersene conto. Sono i luoghi comuni sul musulmano, visto sempre, chiunque sia, come un terrorista. Questo non controbatte con violenza, si limita a mettere in evidenza la superficialità dell’altro, comune a tanti occidentali. Non s’infuria se il compagno di tenda s’impossessa maldestramente del suo tappeto di preghiera. Gli consiglia di usare gli auricolari  per sentire musica a tutto volume. Quando Mario poggia il Corano su una sedia e ci sale sopra per sistemare la tenda in alto, Saleh reagisce. Però poi quando Mario parla della moglie morta, probabilmente nel terremoto, a poco a poco si ritrovano più vicini, ed è Saleh a ricordare l’orrore dell’11 settembre “che ci ha divisi”. E qui si percepisce tutta la poesia di cui è capace Saverio La Ruina. Lo spettacolo, che ha debuttato ieri, è al Menotti Teatro Filippo Perego fino al 24 ottobre.


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