sabato 19 giugno 2021

MODA UOMO: ATTO PRIMO

Ottimo inizio per la Fashion Week milanese dell’uomo. Perché lascia sperare per il futuro. E’ lo Ied Avant défilé, presentazione dei migliori progetti-tesi dei diplomandi in Fashion Design dello Ied di Milano. Al primo impatto, se si ragiona nell’ottica della vestibilità, si resta  perplessi. Poi sentendo le spiegazioni dei giovani si capisce, non solo che dietro c’è una solida preparazione aiutata sicuramente  dai mesi di lockdown, ma si percepiscono spunti interessanti su cui ragionare e lavorare. Davvero per un futuro migliore. Quattordici le collezioni visibili dal vivo allo Ied o in un video, dove gli allievi dell’Accademia Kataklò, ballano con i capi progettati, evidenziandone le caratteristiche importanti. 


Una performance che hanno ripetuto parzialmente ieri allo Ied. Attenzione alla sostenibilità e lotta al consumismo inutile, non solo con la ricerca di materiali  o  l’upcycling, ma anche con l’utilizzo amplificato dei capi. Così lenzuola diventano abiti. Il trench o il camicione, patchwork di vari capi, è completamente reversibile e si può indossare dal basso all’alto e viceversa. Il blazer si trasforma in una sedia, l’arazzo in un vestito, il pantalone diventa un tavolo. La giacca del bambino ha Snoopy sulla schiena (in alto). C’è chi dalle foto ricava i cartamodelli, per creare ”il nuovo da quello che si vede”. Anche negli accessori partendo dal 3D ci sono scarpe e borse particolarissime. Nei gioielli si utilizza l’alabastro di Volterra con una trasparenza che racconta un vuoto positivo. A concludere la giornata di ieri Philipp Plein con un video in collaborazione con l’artista digitale Anthony Todisco, di grande impatto.  Omaggio alla leggendaria rockstar Travis Barker, proietta lo spettatore in un mondo dove reale e futuribile si fondono.  Dai robot ai marziani da fumetto, dagli scheletri alle stampe con ananas, il panorama è vasto (al centro). Ha pensato alla ripresa dopo Covid in termini molto concreti Marco Baldassari, fondatore e direttore creativo dell’uomo Eleventy, presentato oggi(in basso).


Dopo le tute da smart working come ci si può imprigionare in capi ingessati? Ecco quindi giacche in sottile seersucker con la leggerezza di una T-shirt, pantaloni jogger con coulisse in vita, che può comunque rivelare i passanti per una cintura più formale.   Blazer o giubbotti in Giza cotton, il più fine cotone dell’Egitto,  senza cuciture, ma con termosaldatura per isolare dall’acqua. C’è la giacca con il 70% di Lyocell, fibra sostenibile, con maniche in maglia e polsini stile college. E poi jeans lavati e scoloriti con un sistema che richiede un litro d’acqua invece dei dieci normali e l’etichetta è in gomma riciclata. Tra i colori nuovi un rosa particolare, assolutamente maschile. Nuova anche la linea beachwear con stampe inedite.  

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