mercoledì 16 giugno 2021

LA DISPERANZA SAI...

Ma cos’è la disperanza? Di sicuro non è “come il vento”, parafrasando  una vecchia canzone di Modugno sulla lontananza. Il dizionario della Treccani dice: “Stato di chi è privo di speranza” e aggiunge che è più tenue della disperazione. Certo non è una parola molto usata. Eppure Giulio Cavalli, drammaturgo, scrittore, giornalista, regista, riesce a farne il soggetto di un monologo di quasi due ore. S’intitola appunto Disperanza lo spettacolo che dirige e interpreta al Teatro della Cooperativa di Milano da ieri al 20 giugno. Cavalli ci spiega bene cosa è, con una serie di esempi, che tutti abbiamo incontrato, alcuni dei quali potremmo essere noi. La disperanza si palesa in diversi modi, può manifestarsi con rabbia, tristezza o depressione, ed è la fase più forte. Ma può anche essere l’abbandono della speranza, lasciare perdere qualsiasi opportunità o, ancora peggio, pensare ed essere convinti di non averne.


La disperanza fondamentalmente per Cavalli è la mancanza di speranza che, citando il regista Mario Monicelli, è una specie di oppio dei popoli. Qualcosa che ti somministrano dall’alto per tenerti buono. Ed è a questo punto che l’autore-attore lascia il suo leggio e si mette quasi a dialogare con il pubblico, anche se è quasi sempre lui a parlare, tranne qualche domanda, da cui sembra pretendere  una risposta. Il discorso non è più fatto di casi ed esempi o di teoria, non è più filosofia ma diventa cronaca, che Cavalli, s’intuisce, ha maneggiato nella sua vita di giornalista, anche se si compiace di non essere iscritto all’Ordine dei Giornalisti. E così spazia da quello che ha letto su un importante quotidiano in decadenza, perché  sempre meno obiettivo, commenta, ironizza su situazioni politiche. Lo fa con molta chiarezza, non è mai veemente e soprattutto non cade mai nelle solite banalità. Quando riprende il discorso davanti al leggio  è forse un po’ prolisso, ma alla fine gli applausi sono sinceri e assolutamente meritati. 

Nessun commento:

Posta un commento