giovedì 25 febbraio 2016

UNA DANDY TUTTA GLITTER


 Ultrachic  
Tessuti maschili elaborati e rivisti per la donna: è la tendenza principe di queste sfilate milanesi e una testimonianza in più dell’alto livello del made in Italy. Così da Roccobarocco gessati, tweed e spigati sono femminilizzati da stampe. Gonne in check e lane pesanti si accostano a bustier di pizzo.   Ennio Capasa per Costume National parla di “un’onda romantica che ci porta a una donna che mischia le ruches al cappotto militare per una moda che non passa di moda”. Fiammetta Pancaldi guarda al mare, e applica gli intrecci ingigantiti del pizzo macramé, tipica lavorazione delle donne dei pescatori, ma in velluto, su lunghe gonne Principe di Galles. Sovrappone allo chemisier tuniche
Costume National 
 

 in panno da caban. Maliparmi chiama la sua collezione Rocca perché della rocca ha  gli stessi valori di solidità e concretezza. Tutto è giocato sui materiali  e sui dettagli imprevisti come la tasca di jais e cristalli sulla casacca militare. Antonelli, marchio toscano,  usa tessuti maschili per tipici capi femminili.  Ecco il tubino in check o l’abito in fresco di lana con un inserto di camoscio sul davanti, o la giacca di neoprene dalla forma avvolgente. “Un maschile che risponde al femminile” è detto dei sedici look per “sedici donne che vivono nella realtà” di Krizia. Durante la presentazione  scorre il video A cena da Krizia, una tavola rotonda dove si parla di Mariuccia Mandelli e di quella sua geniale istituzione che è stato lo Spazio Krizia. Mix femminile-maschile anche da Les Copains,  che punta sugli effetti sweet and rough come il golf a coste con bordo di pizzo,  il maglione a grosse trecce accostato allo chiffon plissé soleil, l’argentina nera  con un plastron di tulle. In morbidissima pelle, fluttuanti come seta i pantaloni con pinces. Grande fluidità anche  da Luisa Beccaria che  lavora sulle sovrapposizioni e introduce il velluto stretch perché le donne, sostiene,  hanno bisogno di capi confortevoli. E’ dedicata a Lilya Brik, musa dell’avanguardia russa, la collezione Isola Marras. In passerella  stilizzate contadine bielorusse con colorate gonnellone, ampie camicie, tute di linee essenziali,  movimentate da fettucce, incastri, intarsi, ruches. Plissettature, glitter irridescente,  pizzo , lurex  spiccano sui  capi dai volumi importanti di Cristiano Burani, più portabili del solito. La casa con quello che c’è dentro è il tema conduttore da Ultrachic. Sulla gonna di cotone sono stampate al laser le righe del parquet. Su una  camicia ci sono i neon, su un pantalone i videogiochi dei bambini, su un abito in carta la libreria. Un paralume diventa una minigonna, un mosaico è stampato su una sottana godet. Izumi Ogino,la stilista di Anteprima, si ispira a Jacqueline Bouvier prima del matrimonio con Kennedy. Molti abiti di chiffon con stampe  di rose appena accennate, maglieria metallizzata, grande uso di cashmere. Trench maschili su abiti che aderiscono in vita. Tocchi di colori inaspettati. Ben studiate le borse, piccole come un portafoglio, da inserire nella borsa grande, legate con una catenella. Virtuosismi artigianali anche negli accessori. Santoni presenta la collezione  tra le foto  della cantante e socialite Caroline Vreeland  nei panni di una Marlene Dietrich anni duemila, scattate da Olivier Zahm. Perfette per lei le rivisitazioni della stringata bicolore o del mocassino con nappina, aperto sui lati. Scenografica presentazione anche da Furla, dove emergono le clutch  con catena e inserti di pelliccia o lurex, veri capolavori del made in Italy.

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