venerdì 19 febbraio 2016

MI STAMPI UN PEPERONE?

Conoscere  il proprio futuro non si può e forse è meglio così, ma avere un’idea di come evolve il mondo che ci sta intorno  è utile. Non per garantirsi la felicità, ma per programmazioni più concrete. Più che per il singolo per le imprese che non possono permettersi di sbagliare. Astarea, istituto milanese di ricerche di marketing, ha organizzato uno workshop dal titolo Andare a tempo 2016. Quattro i settori esaminati, homing, outdoor living, wearing, eating. Se nella casa e nel vestire i cambiamenti si intuiscono , nel cibo e nel vivere fuori sono più inaspettati e sono quelli dove  si prospettano le trasformazioni più radicali. Nella casa è ovvio prevalgono le scelte di sostenibilità  negli impianti costruttivi come nell’arredo.La domotica e la  tecnologia diventano irrinunciabili.Meno ovvia la compenetrazione tra privato e pubblico, i servizi in comune, lo spazio riservato al gioco anche per gli adulti. Nell’abbigliamento la tendenza è da anni la interstagionalità. Ci si veste di cotone in inverno e si usa la pelliccia come un tessuto in estate. La ricerca di nuovi materiali è in primo piano e quelli presi dallo sport sono i preferiti.  Più sorprese sicuramente nell’outdoor living che non ha niente a vedere, o molto poco, con piante e arredamento da giardino. Parla dei modi diversi di vivere la città, di concepire il viaggio, della nascente cultura del truck che non vende solo T-shirt o cibo, ma geolocalizzato porta prodotti anche griffati in luoghi meno accessibili. Un esempio già esistente il truck di Kenzo. Interessante  sull’argomento l’intervento di Viridea, catena di garden center  che si promuovono come luoghi di aggregazione, dove vivere un’esperienza, più che fare acquisti.  Molte le novità   nell’eating: non solo cosa mangiare, ma dove mangiare. Sembra che il 30% delle spese di chi viaggia siano per il cibo. Non si mangia  solo nei luoghi deputati. Crescono i siti di organizzazioni per turisti che vogliono pranzare o cenare nelle case private.  Si mangia in modo diverso. A parte il bio, sono ribaltati i ruoli, la verdura è il piatto principale, la carne l’accessorio. Aumentano le scelte: semi, insetti, meduse e alghe presto saranno nei supermercati. C’è già chi sta creando un hamburger senza carne e il salame vegano.  Si parte dalla chimica e si ipotizzano culture non nella terra, ma da far crescere in casa con stampanti 3D.        

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