giovedì 24 luglio 2014

RESTAURO IN MOSTRA


A Milano sta per aprire le porte un nuovo museo, con un’esposizione in divenire. Si tratta di Palazzo Citterio che   diventerà parte sostanziale del progetto Grande Brera, contemplato da anni. Fa piacere vedere i nuovi grattacieli milanesi, che hanno rivoluzionato lo skyline della città,  ma fa quasi più piacere quando si vede il recupero di antichi palazzi dimenticati. Acquistato negli anni ‘70 dal Comune  per diventare un ampiamento dell’Accademia, Palazzo Citterio ha passato incredibili vicissitudini. Restauri
 Palazzo Citterio
interrotti per mancanza di fondi, ordinanze di sospensioni, provvedimenti vari, poi negli anni Ottanta il progetto dell’Ipogeo affidato all’architetto inglese James Stirling.  Nel 2010  ospita L’isola dei porci, la prima grande mostra personale di Paul Mc Carthy. Ora, finalmente, a ottobre iniziano i  lavori di restauro. Non da poco certo. Come ha spiegato Alberto Artioli, responsabile del progetto insieme ad Annamaria Terafina, ci sono molti aspetti da tenere presenti. Come salvaguardare tutti i valori del palazzo settecentesco e nello stesso tempo selezionare gli interventi degli anni ’70 per vedere quali recuperare. Si deve pensare ai collegamenti verticali essendo stato eliminato lo scalone originale. Ma anche al  collegamento con Brera, non solo fisico, attraverso l’Orto Botanico. L’esigenza quindi di risistemare il giardino che era stato sacrificato per l’Ipogeo di James Stirling. Recuperare le essenze arboree, le vecchie serre e le grotte settecentesche  per farle diventare spazio museale. Come ha detto Sandrina Bandera, soprintendente e direttore della Pinacoteca di Brera, il palazzo è destinato a raccogliere le opere  del ‘900, pittura, scultura ma anche le collezioni particolari  come i piccoli autoritratti di Zavattini già esposti a Brera o le collezioni fotografiche. Il giardino potrebbe ospitare sculture ma anche installazioni d’arte contemporanea.
Come ha sottolineato il direttore regionale Caterina Bon Valsassina, i lavori sono molto impegnativi e non saranno certo completati per l’Expo. Ma per il pubblico,  oltre la possibilità di visitare il cantiere di restauro, sono previsti nel padiglione Italia dei monitor con le immagini in diretta dei lavori. Proprio come succedeva per l’Alexander Platz di Berlino, da un’idea di Renzo Piano. 

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