martedì 22 luglio 2014

I CONTRASTI DELLA STAMPA



Stampe a contrasto da Alysi (foto Emilio Tini)

Il blu mai con il nero.  In nessun caso l’arancione con il rosa. Perfetti il giallo con il verde e il rosso con il blu. Il bianco  abbinabile a tutti i colori, meno il beige.  Gonna pied-de-poule solo con  pull tinta unita.  Maglia a righe o a quadretti solo con pantaloni o gonna tinta unita. Mai due stampati insieme. Erano diktat precisi, incontestabili. Nessuno osava trasgredirli. Chi lo faceva era un eccentrico, un pazzo da tenere d’occhio. Accostare un pull a disegni norvegesi con gonna scozzese era impensabile.   Chi lo faceva o aveva raggiunto il punto più basso nella scala del “buon gusto” e quindi era da discriminare, o aveva quell’unico golf e quell’unica gonna. Non si provava a trasgredire, non si osava variare un insieme ufficializzato, a costo di finire nella ripetitività. Anche sotto l’eskimo della contestazione  nessuno avrebbe messo un pull a rombi con pantaloni a righe. Il massimo dello chic per le adolescenti era il pull (lambswool o cashmere rigorosamente made in England) nello stesso colore della gonna. Trionfavano i verde muschio, gli azzurro carta da zucchero, i bordeaux. Nessuno avrebbe mai osato prendere quel pull azzurro carta da zucchero e accostarlo, per variare, alla gonna verde muschio. Poi, in un’estate di follia, un’ ignota coraggiosa, che ora si sarebbe chiamata trend setter, provò a mixare gli inaccostabili rosa e arancione, rosso e bordeaux, verde e azzurro.  La trasgressione pagò, perché il risultato fu ottimo e, senza l’aiuto dei “mi piace” di Facebook, la sua proposta venne seguita da molte. Sull’accostamento degli stampati diversi, invece,bisogna aspettare molti anni.La tolleranza era zero, feroce, inappellabile, da caccia alle streghe. Se sotto a un pull abbinato a un pantalone a quadri spuntava una camicia a disegni Kashmir, la persona che li indossava era schedata nell’impietoso elenco delle “senza gusto”. Da quel momento diventava un soggetto sotto controllo e in ogni suo insieme veniva  cercato il dettaglio out a conferma. Bollata per sempre  aveva scarse possibilità di riscattarsi, perfino  con  tubino nero e filo di perle.
Ora tutto è cambiato. Non ci sono regole “prescritte”. L’accostamento è e deve essere assolutamente personale. Sono finiti gli abbinamenti standardizzati. Anzi si scopre che il blu è perfetto con il nero e il bianco è il colore che sta meglio con il beige. E quanto a righe, stampati, maculato, camouflage possono convivere con stile. L’importante è riuscire a trovare quell’armonia, quegli equilibri, quelle gradualità che sono proprio l’espressione del “buon gusto”.

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