martedì 4 febbraio 2014

L'ALTRO ZORRO


 "Zorro" a Castel Dragone,  Camogli
Prendi un barbone che parla, con un certo compiacimento, di come ha organizzato la sua vita, di come e dove mangia, del suo guardaroba, di come si lava fin nei minimi particolari, di come ha adattato alla strada il suo quotidiano. Diventa una parodia che facilmente porta alla risata. Poi  prendi lo stesso  barbone e fagli raccontare come è arrivato a ridursi così. Come ha  perso il lavoro, la casa, l’amore. Inevitabili e immediate arrivano la compassione, la tristezza, anche qualche lacrima. E’ difficile  riuscire a tenersi fuori dallo “sbrago”, mantenere quella via di mezzo, quella credibilità. Quasi impossibile non accettare le facili scappatoie per emozionare. In Zorro, monologo tratto dall’omonimo romanzo, Margaret Mazzantini ci riesce. E soprattutto sul palcoscenico ci riesce Vittorio Ristagno, che ha curato anche la regia dell’adattamento teatrale, insieme a Paolo Drago. La prima rappresentazione è stata in agosto a Castel Dragone a Camogli,  conosciuto anche come la casa dei Marinai. E’ stata molto applaudita, ma si poteva pensare che la location, davvero  straordinaria, avesse giocato a favore. Il 1° febbraio c’è stata la replica al Teatro degli Emiliani di Nervi (Genova), piccola ed elegante sala, ma senza ammiccamenti. Ed è stato un successo. Per un’ora e mezzo circa Ristagno ha tenuto l’attenzione su di sè  con  l’unico  supporto di una panchina, uno scatolone e qualche brano musicale ben scelto. Attraverso le sue parole si è visto un mondo,  si è sentito il rumore di piatti di  una casa piccolo borghese e l’abbaiare di un grosso cane dal lungo pelo nero di nome Zorro. Si ha assistito a un incidente di macchina, si è transitati per la corsia di un ospedale. Si ha conosciuto un altro cane  Zorro, questa volta  piccolo e timido. Si ha odiato una moglie bella quanto limitata, ci si è inteneriti per il piatto di lasagne di una sorella, si ha invidiato il compagno di scuola dai pantaloni lunghi, come le sue gambe .  Con un ritmo incalzante e  senza effetti facili. Il pubblico ha sorriso, ha anche riso, qualcuno si è commosso. Per molti è stato uno spunto di riflessione. E speriamo che  possa continuare a esserlo per molti altri ancora. Per informazioni: www.lunariateatro.it



1 commento:

  1. ...e così, Luisa, hai un gran talento per fare la critica teatrale, oltre che cinematografica. Leggendo il tuo pezzo viene voglia di vedere la pièce. N.B. La Mazzantini è brava, ma a me è antipatica.

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