domenica 20 agosto 2023

VOLTAGGIO VALE IL VIAGGIO

Un convento della fine del 1500 con oltre duecento dipinti dal XVI al XIX secolo, con una storia da raccontare di principi e duchesse che valica le Alpi e passa per Parigi. Boschi fittissimi, palazzi nobiliari cinquecenteschi. Una piscina naturale nascosta tra gli alberi, una grotta da cui sgorga acqua sulfurea. Tutto questo a neanche un’ora d’auto dal centro di Genova, per strade poco frequentate, ma senza le spaventose pendenze liguri. Si sta parlando di Voltaggio comune di 700 abitanti in provincia di Alessandria nel mezzo dell’Appennino Ligure. 




Tappa irrinunciabile la Pinacoteca del convento dei Cappuccini, possibile grazie all’iniziativa dell’Associazione L’Arcangelo, creata da un gruppo di volontari per tutelare e promuovere l’incredibile tesoro. Si visita da giugno a settembre con la guida di preparatissimi professori, capaci di coinvolgerti nella loro passione. Prevalentemente di autori genovesi le opere: Luca Cambiaso, Domenico Fiasella, Sinibaldo Scorza, Bernardo Strozzi. Con qualche esterno tra cui, pare, anche Van Dyck. La storia narra che siano state portate nel convento a fine Ottocento da un certo padre Pietro Repetto "per far meditare i frati sulla vocazione". Private delle cornici imponenti, sostituite con cornici lineari. Con soggetti ovviamente sacri, soprattutto Deposizioni. Ancora da vedere nei corridoi piccole nostre temporanee (foto in alto)e la sala del coro con il leggio del Maragliano, scultore in legno, grande maestro di presepi. E il refettorio dove L’Ultima cena normalmente presente nei refettori dei conventi è invece mortificata nello stretto corridoio d’ingresso. Uscendo dal convento in un viale alberato dopo pochi passi si arriva al centro del paese. Con una strada principale su cui si affacciano vecchie case, nessuna sfregiata da orridi interventi modernizzanti come alluminio anodizzato e simili. Ma anche imponenti palazzi con parchi e giardini sul retro, tra cui quello appartenuto alla Duchessa di Galliera, donna di grande cultura, tra le valorizzatrici del borgo, con affreschi trompe-l’oeil sulle volte. Notevole la piazza con una forma non simmetrica. Da lì scendendo per una strada non carrozzabile, con vista su un ponte romano che risale al 1300, si arriva alla zona, da più di un secolo, preferita dai villeggianti. Qui il fiume crea piccole vasche tra cui una,
 delimitata in parte da un muretto, delle dimensioni di una piscina olimpionica, dotata di cabine (foto al centro) e di un piccolo ristorante. Accanto, raggiungibile attraverso un ponticello di ferro, un campo di pallavolo su sabbia e un misterioso palazzo con finestre murate ormai da decenni (foto in basso). Più dietro una parete su cui si fa scuola di alpinismo. Proprio a fianco ricavata nella roccia una fonte di acqua sulfurea, che zampilla a intermittenza da due getti d’acqua. Insomma, moltissime cose da vedere e scoprire.

 

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