L'avevano
portato all'ambulatorio per un controllo, perché da qualche giorno era
inappetente, cosa strana per lui. Ma terminata la visita, nonostante la stretta
sorveglianza, era riuscito a fuggire. Immediatamente era scattato l'allarme.
Perfino il dottore che l'aveva visitato si era impegnato nella ricerca,
sicuro che non avrebbe potuto andare lontano. Avevano rastrellato tutte le
strade intorno, sentito i negozianti, intervistato portinai e clienti dei bar.
Eppure, dicevano
tutti, non avrebbe potuto passare inosservato. Nessuno
aveva visto nulla. Sebbene fossero le quattro di pomeriggio d'inverno, ci fosse
ancora luce e tanta gente per le strade. Erano addirittura entrati
in un centro di accoglienza, dove avrebbe potuto rifugiarsi, mescolandosi
tra i tanti ospiti. Avevano scrutato l'interno delle macchine posteggiate, senza nessun risultato.
Trattandosi di un minore, qualcuno aveva ventilato perfino l'ipotesi di un rapimento.
A questo punto, dopo aver avvisato e allertato i famigliari, data la giovane
età del fuggitivo, avevano deciso di desistere e di riprendere le operazioni di
ricerca il giorno appresso con la luce. La mattina seguente, trascorsa
qualche ora in inutili appostamenti, di comune accordo, avevano pensato a
dare il via a un rastrellamento a tappeto con i cani. Anzi con il cane, un intraprendente
meticcio con cui il ricercato era in ottimi rapporti, nonostante le origini
diversissime e l’appartenenza a bande diverse. Portato in una delle vie più
vicine all'ambulatorio, davanti a un grosso fuoristrada, questo si era
improvvisamente bloccato e aveva emesso un “Bau”. A cui era seguito immediato
un “Miao”. Individuato, seguendo indizi svariati e con l'aiuto degli abitanti
del quartiere, il proprietario del veicolo, avevano potuto aprire l’auto e
ispezionarla in lungo e in largo. Il gatto, un tigrato rosso di 4 anni, era
stato stanato nel motore e, non senza difficoltà, catturato.
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