Di questi tempi un po’ cupi e beceri fa
particolarmente piacere vedere uno spettacolo in cui accoglienza, accettazione
del diverso, lotta a medioevali attacchi alla libertà giochino un ruolo di
primo piano. Certo da un musical non ce lo si aspetta, specie considerando la
frivolezza del titolo Kinky Boots e
la locandina, dove campeggiano vistosi e improponibili stivali rossi con tacco
a stiletto. Per quanto si possa aver letto che la trama è ispirata a un fatto
vero, che ne è stato tratto un film e che il musical è stato per anni uno dei
successi di Broadway, la sorpresa è comunque forte. Ora lo spettacolo è in
scena a Milano, al Teatro Nuovo fino al 6 gennaio. Con la regia di Claudio
Insegno, conserva, ovviamente, le musiche originali rock di Cyndi Lauper,
mentre i testi, sia del parlato che delle canzoni, di Harvey Fierstein sono
tradotte, per una migliore comprensione della storia. Perché la storia c’è e con
happy end. Ambientata nel secolo scorso potrebbe però essere attualissima. Alla
morte del padre il giovane Charlie Price, un bravissimo e convincente Marco Stabile (con giacca, cravatta e stivali nella foto),
fuggito dalla provincia inglese per lavorare nel marketing a Londra, si vede
costretto a prendere in mano l’azienda di scarpe di famiglia destinata alla
chiusura e quindi al licenziamento dei dipendenti. Ma l’incontro casuale con la
drag queen Simon/Lola, un trascinante e adorabile Stan Believe con spiccato accento francese (in abito rosso nella foto di gruppo), gli dà lo spunto
per cambiare la produzione, indirizzandola a una clientela di nicchia, appunto
le drag queen. Con l’aiuto dell’audace creatività di Lola, nominata stilista
sul campo, Charlie prepara una collezione di sexyssimi cuissardes con tacco dodici, così ben
costruiti, grazie alla competenza della manodopera, da sorreggere il peso di uomini
possenti. Con ogni sorta di difficoltà, sfidando burocrazia, banche, stupido
perbenismo, gli stivali arriveranno a Milano. E con un colpo di scena
sfileranno, indossati da Lola e le Angels, le strepitose drag queen del suo balletto e sarà un trionfo. Con
una piccola morale anche sulla necessità di osare e rinnovarsi. Un po’ di
retorica certo c’è, ma stemperata così bene da humour e comicità da piacere
anche ai suoi più accaniti e cinici detrattori. Il ritmo è forte, la musica,
suonata da un’orchestra di dieci elementi, è sempre più incalzante, tanto che
si ha difficoltà nel pubblico a tenere ferme le gambe, mentre gli applausi
scrosciano. Ottima la scenografia che da fabbrica con velocissimi cambi diventa
strada, Londra, passerella milanese. Perfetto il coro e tutti gli attori.
Sponsor il Micam, la fiera delle Calzature a Milano , bravissima a non farsi
scappare un’occasione del genere. Anzi così sicura della scelta che
durante il Salone, a fine settembre, ha
fatto sfilare Lola e le sue drag queen
con boots, of course, in piazza S.Babila, sotto gli occhi stupiti e
divertiti dei passanti (vedi foto in basso).
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