Il cinema è il tema del 93esimo Pitti Immagine Uomo
di Firenze. I modi di vestire rivelano stili di vita diversi, proprio come i
film sono di vario genere. Esplicativo il grande tabellone all’ingresso con le
poltrone di una sala cinematografica e gli enormi manifesti nel cortile della
Fortezza, ognuno dedicato a un settore della mostra trattato come un film. Il riferimento al cinema è comunque frequente nella
moda. Anche per il prossimo inverno. Ko Taeyong stilista di Beyond Closet, marchio che ha sfilato con BMuet(te) per
Concept Korea, guarda alla filmografia
di Wes Anderson e alla sua capacità di alleggerire con il colore il rigore. E
così rivede i capi classici con una nuova impronta. I rombi del vestire british hanno a sorpresa un muso di
animale. Il patchwork di maglia all’uncinetto diventa un pezzo sartoriale. Il
poema di un pittore surrealista francese è la spinta creativa per Seo Byeong
Mun ed Eom Jina di Bmuet(te). Alla base l’idea di libertà che porta a stravolgere
i capi. La felpa ha un doppio giro di maniche, la camicia diventa maglia, il
trench di lei è aperto sulla schiena. In prima fila una giovane coreana schizza
i modelli con un atélier di pittura sulle ginocchia(foto in basso). Cercare il nuovo partendo
dalla tradizione è uno dei leitmotiv
di questo Pitti. Drumohr, brand scozzese ora italiano, recupera per la sua
maglieria, oltre all’argyle, il biscottino, un
disegno che ricorda un biscotto Pavesino,
definito, pare, così per la prima volta dall’Avvocato Agnelli. Lo amplia, lo allunga e soprattutto
cerca nuovi accostamenti di colore. Schneiders guarda al classico ma rinnova le
lunghezze, e il cappotto scuro di Orson Welles in Il Terzo Uomo è uno spunto a cui attingere. Con lo stesso stile la capsule per la donna. Tombolini, allo
zero peso aggiunge lo zero sewing e
propone cappotto e giacca, senza cuciture e senza filo. Per provare la
vestibilità dei zero peso, dopo la performance dei ballerini della scorsa
stagione, proietta un video di due schermitori in completo che duellano nella
riaperta fabbrica Tombolini. A vederlo Valentina Vezzali. Rivedere i pezzi
dell’archivio in chiave attuale è da sempre la mission di Corneliani, che presenta vari guardaroba tra pezzi da
collezionisti, compresa una Ferrari del 1968. Brunello occhieggia agli anni
’50, per coglierne l’eleganza di certi velluti a coste per il completo da
portare con il pullover infilato dentro la cintura dei pantaloni, sempre con le
pinces. Tra i colori il blu, l’immancabile grigio e un rosso Cabernet. Blu e
tabacco anche gli smoking. L’understatement
può essere attraente? La risposta è la prima collezione di Sant’Andrea, un
sartoriale contemporaneo che utilizza i migliori tessuti italiani e il lavoro
attento e appassionato di 170 donne. Nel
tondo edificio della Polveriera va in scena il progetto Athlovers. Cinque
brand, due statunitensi, uno belga, uno tedesco e uno italiano interpretano il
tessuto di Reda, storico lanificio biellese per mini collezioni athletic-minded. Punta sempre di più sull’athleisure Paolo Pecora, con la raffinata maglieria e la capsule
collection per Champion. Stile athleisure
anche per il soft blazer di Hanro,
storico marchio d’ intimo svizzero, ora austriaco. Per il nuovo dandy le
camicie di Gallia con il ricamo della
propria firma sul polsino. Le portano già Vladimir Putin e il violista Yuri
Bashmet.
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