Impossibile ormai fronteggiare l’avanzata del
Natale, che ogni anno puntualmente anticipa di giorni, settimane, mesi, ormai
trimestri. Dovrebbe eliminare quello che
ormai, con una mentalità consumisticamente malata, viene definito lo stress
natalizio. In realtà lo enfatizza, lo prolunga, porta ad ampliare i sensi di
colpa. Se molti anni fa l’angoscia di non avere ancora pensato ai regali
prendeva il 22 di dicembre, adesso si ha ai primi di novembre, con l’aggravante
anche di essere stati avvertiti. Ormai con questo malessere si è destinati a
conviverci. E neanche l’isola deserta, lontana da tutti e da tutto, può essere
vista come una soluzione. Non tanto perché di isole deserte non ne esistono
più, quanto perché le proposte di Natale sull’isola deserta affollano i nostri
computer già a luglio. E con loro il monito di prepararsi al Natale per tempo. Spread the Christmas love all year long dice
lo slogan di Ikea. Certamente non
per ironizzare sulla dilatazione
del Natale, ma per cavalcare l’opportunità commerciale. Di fatto, il colosso
svedese riesce a farlo, come sempre, con humour e stile. E così per mostrare
mobili, oggetti vari, lampade come quella nata dalla partnership con Hay e
ovviamente decorazioni natalizie ha preparato una presentazione che è molto di
più di un’installazione. E’ concepita come tre stanze. Nella prima, quella del giorno, insieme alle
classicità mielose della tradizione, tipo camino addobbato con le calze,
spicca il tavolo da ping-pong con
racchette d’oro. Nella seconda, dedicata alla
cena di Natale, tra candele, casette di zucchero e stelline da manuale,
spuntano inaspettati piatti pop. Ma il vero tocco geniale è l’ambientazione che
riguarda la notte con uno straordinario spiegamento di divani trasformati in
letto, sacchi a pelo sparsi nel soggiorno, materassi che formano il tetto per
un’alcova piena di peluche per i bambini. Perché il bello del Natale è passarlo
insieme a chi si ama, giorno e notte,
magari ospitando con sistemazioni di fortuna. Un’ottima idea di marketing per
pubblicizzare un settore, quello appunto dei letti d’emergenza, di grande
utilità, ma difficile da proporre con eleganza.
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