mercoledì 11 settembre 2024

DOVE VANNO?

Difficile, anzi impossibile non notarla, passandoci davanti in macchina. Facile, anzi sicuramente condivisa, una figura umana scolpita, che in mano tiene un borsone e il suo busto sembra completamente staccato dalle gambe e quindi sospeso in aria. Siamo in Corso Italia a Genova, il lungomare che dalla Foce, sede del Salone Nautico, porta a Boccadasse, vecchio borgo in piena città. Solo avvicinandosi a piedi all’installazione, ci si rende conto che il borsone della scultura in metallo, che rappresenta un ragazzo, è tutt’uno con la sua gamba e quindi ha un sostegno. Accanto c’è un’altra figura con lo stesso borsone e il corpo “interrotto” e senza testa e più in là ci sono il borsone in questione e gli stessi scarponcini indossati, ma solo con un pezzo di gamba coperta dai jeans. 





E' un’installazione di Bruno Catalano, classe 1960, nato in Marocco. L’artista italo-francese, che ha esposto nelle più importanti gallerie del mondo, realizza le sue figure in bronzo e argilla, interpretandole con "prodezze tecniche". "Il ragazzo di Corso Italia" fa parte della sua personale La metafora del viaggio con sette sculture, di cui cinque a Genova e due ad Alassio sul molo Bestoso. Sono dei viaggiatori immortalati durante un viaggio di cui non si sa né la destinazione, né la durata. In mano hanno sempre un borsone o una valigia dove tengono pezzi di vita. Sono esseri umani con un equilibrio precario, per questo i loro corpi non sono completi, ma “interrotti”.Ognuno ha un nome e un abbigliamento caratterizzante. Pierre David Triptyque, in Corso Italia, è un ragazzo in jeans e T-shirt stracciati, forse un homeless. Hubert, a Porto Antico, è scalzo e a torso nudo. Benoit e Khadine, in Piazza De Ferrari, sono davanti alla fontana. Simone, alla Stazione Brignole, è l’unico in giacca e cravatta, forse il suo è un viaggio di lavoro (foto in basso).  Inutile dire che è molto importante per l’artista lo spazio alle loro spalle e intorno, ulteriormente enfatizzato da quegli spazi vuoti dei corpi. La metafora del viaggio è da vedere a Genova e ad Alassio fino al 31 ottobre.  

 


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