venerdì 16 giugno 2023

SENZA ETA'

C’è qualcuno che su Libertà Obbligatoria, in scena al Teatro Menotti Filippo Perego di Milano, ha commentato le battute risapute, degenerate nel luogo comune, i riferimenti non più validi e forzati. Invece quella serie di espressioni datate, che denunciano l’età del testo di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, aggiungono forza all’insieme. L’adattamento di Emilio Russo non vuole, infatti, essere una rivisitazione dell’originale, ma punta a mantenere intatta la costruzione. “Per restituire il grande senso civile culturale, ma anche spettacolare e popolare di quella straordinaria e indimenticabile esperienza che è stato il teatro-canzone di cui, per molti, proprio Libertà Obbligatoria è stata l’espressione più compiuta e coerente”.


Certo, molto si deve alla bravura degli attori, dei cantanti, dei musicisti. A cominciare dall’eclettica Andrea Mirò, straordinaria nel portare avanti l’eredità di Gaber, con la sua voce incredibile, la capacità comunicativa, la presenza scenica con quella nonchalance naturale. Per continuare con Enrico Ballardini, capace di rendere le sfumature più diverse.  Con loro, come sempre, i tre bravissimi di Musica da Ripostiglio. Tutti già visti in quella che si può definire la prima tappa, del teatro-canzone gaberiano Far finta di essere sani. Per la prima volta con loro, invece, Sara Bertelà e Gianluigi Fogacci, bravissimi attori dalle mille facce, ma anche ottimi ballerini e cantanti. Notevole la scena, con quella tenda velata che lascia intravvedere una vita privata dietro, invece attualizzata, ma senza stridere mai con “il racconto”. Pubblico quanto mai partecipante con continui applausi a scena aperta, un po' disturbanti. Bis che interrompe quasi subito l’enorme applauso finale con Destra-sinistra, indimenticabile  canzone  del 1995. Libertà Obbligatoria  è al Teatro Menotti Filippo Perego fino al 25 giugno e chiude la stagione.

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