Si può parlare d’amore senza essere banali e
scontati, ripetersi o provocare carie ai denti? Sembra di sì, anche a detta dei
più cinici. Gli esempi sono nell’arte, nella narrativa, nel cinema, nello
spettacolo. E per quanto pregiudizi e preconcetti abbiano un loro peso, la
realtà riesce a sconfiggerli. Uno dei tanti potrebbe essere quello di Amami o cado, pièce teatrale, anzi
monologo scritto da Giovanna Mori e interpretato, con grande stile, da Romina
Mondello. Il titolo potrebbe far nascere qualche dubbio sul modo di affrontare
l’argomento, con un’evidente sterzata verso la comicità o il surreale. Ma il
sottotitolo La storia di una lunga
giornata d’amore riporta subito su un piano neutro, se non addirittura con
sfumature romantiche. Non ci sono, almeno non così dirette. Nella storia, che narra in prima persona la
protagonista Rosa-Romina, c’è un altro elemento importante, la morte. Che nella
letteratura di secoli è spesso stata affiancata, contrastata, vinta, ma anche
vincitrice dell’amore. E i toni sono in genere forti, drammatici, tragici,
estremi, barocchi. Nel racconto di Rosa la retorica non c’è, ma non c’è neanche
la voglia di farsi compatire. Sebbene lei sia la vittima, dato che il suo
amante Filippo, di cui è incinta, è morto nella stanza del motel dove si
incontravano clandestini. Nonostante sia sola sul palcoscenico, con soltanto
qualche stacco musicale, o un piccolo delizioso video finale, dalle sue parole
riusciamo a immaginarsela mentre telefona alla moglie del morto, fingendosi la
receptionist del motel. La vediamo nel suo incontro con lo strano vecchio del
trolley o con il magro camionista che cerca di recuperare i suoi cento maiali
fuggiti. O ancora mentre guarda Mario il bel signore delle pompe funebri, o
nella camera mortuaria e perfino nel negozio di scarpe, dove, da responsabile del magazzino, ha conosciuto Filippo. Sono quadretti teneri con una velata ironia,
che fa sorridere e talvolta ridere. Dove l’amore comunque si sente e la morte
se non esorcizzata, è vista con un occhio meravigliosamente distratto. Lo
spettacolo, prodotto da Tieffe Teatro, è al Teatro Menotti di Milano fino al 20
maggio.

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