Sì, è proprio George Simenon fotografato alla Darsena di Milano nel 1957. E quella è la locandina della mostra George Simenon. Otto viaggi di un romanziere che aprirà il 10 aprile alla Galleria Modernissimo di Bologna. Se lo sfondo del mappamondo può anticipare i viaggi di cui si tratterà, perché la scelta di Milano? Perché il primo editore italiano dei romanzi dello scrittore è stato Mondadori, a Milano. A cui si deve sicuramente l’aver fatto diventare i lettori italiani di Simenon i più numerosi nel mondo, superiori anche ai francesi. Ma perché allora la scelta di Bologna per la mostra? Se ne è parlato ieri in conferenza stampa alla presenza dei due curatori Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna nonché ideatore del festival Il Cinema ritrovato e promotore dell’apertura del laboratorio di restauro e John Simenon, figlio di George, che da tempo si occupa della gestione dei diritti d’autore del padre.

Un’esposizione che ha richiesto dieci anni di lavoro in cui è messa in risalto la relazione tra romanzo e cinema, quindi perfetta la scelta della Galleria Modernissimo. E’ un passaggio sotterraneo,in pieno centro della città, che va da una parte all’altra della via Emilia. Vicino a Modernissimo storico cinema, che l’anno scorso ha venduto più biglietti di tutte le sale cinematografiche italiane, e questo record con una programmazione sulla storia del cinema e non con i film più visti del momento. La galleria di 1300 metri quadrati è stata allestita da Giancarlo Barilli, lo scenografo di parecchi film di successo italiani, che ha completamente ridisegnato lo spazio. Da vedere 900 foto, non stampate, ma in video e una quarantina di filmati. Le foto, per la maggior parte scattate da Simenon, parlano dei suoi viaggi in Francia, in Europa, in Africa. “I viaggi sono stati il riflesso del suo sentirsi libero” ha spiegato il figlio. In sintesi un racconto della vita dello scrittore che parte da Liegi, dove era nato, per proseguire con la sua attività di giornalista, quando si firmava George Sim, i suoi rapporti a Parigi con Colette e André Gide che lo introducono nel mondo del cinema, oltre a essere stati preziosi per la sua attività di romanziere . Di Colette diceva che "gli aveva insegnato a scrivere su ciò che conosceva". E poi la sua vita e la navigazione sulla barca Ostrogo, che si era fatto costruire. Per continuare con il soggiorno negli Stati Uniti dove conosce quella che diventerà la sua seconda moglie, la mamma di John . Dall’incontro con Mondadori,con cui pubblica dal 1932 al 1984, a quello con Roberto Calasso che lo introdurrà in Adelphi, dando ai suoi romanzi una classificazione "al di sopra dei gialli". E ancora l’amicizia con Federico Fellini e Jean Renoir. Fellini era un suo appassionato lettore, nella biblioteca del regista ci sono ben 130 romanzi di Simenon, tutti letti. Nel settimo libro racconta il suo metodo di scrittura, che richiede un isolamento dal mondo, nell’ottavo, infine, parla del romanzo e della sua trasposizione nel cinema. Insomma una mostra appassionante che svela molte cose non solo del padre del Commissario Maigret e di uno dei più grandi scrittori dell’ultimo secolo. Chiude l’8 febbraio.
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