mercoledì 9 aprile 2025

ARIA DI OLANDA

Masterly è un appuntamento irrinunciabile. Nonostante le difficoltà di seguire il più possibile del Fuorisalone. Perché Masterly the Dutch in Milano, cioè il design olandese a Milano, esercita un’attrazione particolare. Forse per quella sensazione di sentirsi a casa, ma nello stesso tempo con l’impressione di avere fatto un viaggio e trovarsi in un altro paese. Importante anche la varietà di proposte, scelte dalla fondatrice e curatrice Nicole Uniquole, che vanno dall’artista e designer emergente, allo studio prestigioso, all’azienda leader del settore. Il tutto sempre in palazzi storici e imponenti. Con cui le installazioni e gli allestimenti dialogano piacevolmente. In questa edizione è il cinquecentesco Palazzo Giureconsulti nella centralissima Piazza dei Mercanti.






All’entrata, ai piedi dello scalone d’onore, le torri luminose, con elementi in PETG stampati in 3 D di Lucas Zitofanno subito entrare in atmosfera. Al primo piano c’è un bar invitante, grazie anche alle lampade. Sono di Signify myCreation, realizzate con almeno il 65% di materiali riciclati e stampate in 3D. Accanto Triboo trasforma i rifiuti in mobili di pregio. Sempre dalla plastica riciclata “nascono” le Beluga Chair di Arthur Gaudenz, con pezzi di diversi colori da assemblare a proprio piacere. La produzione è in Francia (in alto a sinistra). Guardano alla bellezza della natura, ma sono un concentrato di tecnologia le lampade fiore di Maxim Duterre, con petali staccabili (in alto a destra). Forse gli amanti del caminetto inorridiscono di fronte a quelli di Brand & Young. In metallo con le forme più svariate, anche tondi, personalizzabili per adattarsi a vari ambienti e, last but not least, con i più elevati canoni di sicurezza. Design e moda non possono non incontrarsi a Masterly . Ed ecco la collezione Eclipse di Monique Singh, nata in Olanda di origini indiane, che nei suoi capi haute couture mette insieme dettagli e linee di Oriente e Occidente (in basso a destra). Mai troppo costume, mai troppo essenziali. Assolutamente da visitare il piano sotterraneo  con L’ultima cena di Simone Van Es per Roots Exhibition. Su un tavolo, oggetti frutto di antiche tecniche artigianali o fatti con scarti vegetali o detriti, risultato di lunghe ricerche (in basso a sinistra). Vicino, non passa inosservata la poltrona con sgabello poggiapiedi in legno e pelle intrecciata, costruita senza uso di colla o chiodi. E’ una creazione di Emma Batsheva, laureata alla Design Academy di Eindhoven, che vive a Parigi.  

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