sabato 18 gennaio 2025

UN UOMO IN INVERNO

Una varietà di proposte caratterizza il secondo giorno della Men’s Fashion Week milanese, ma non esclude tendenze comuni. Come attenzione ai dettagli, studiate palette cromatiche, materiali che durano nel tempo, con un occhio quindi alla vera sostenibilità. Non quella solo apparenza, per far parlare.




Alessandro Pungetti, direttore artistico di Ten C, propone capi evergreen introducendo ogni stagione qualche novità: un tessuto, una cucitura, una vestibilità particolare. Pantaloni abbinati a giacche–camicie per sostituire il completo, un jersey gommato per i capispalla, o quella colorazione ruggine ottenuta con la terra di Siena. Anche Eleventy punta su nuove cromie per una collezione, come sempre, vastissima, ispirata al vestire dei milanesi anni 60, 70. Rivede in cashmere beige 
il classico loden con bottoni in pelle (foto al centro). Oltre alle "sue" tonalità grigio, beige ecc. introduce  mirtillo polveroso, lampone e ardesia. Tra i pezzi a sorpresa lo smoking in velluto a coste crema, per una star da red carpet. Interessante la capsule in lino trattato con aloe, destinata agli emirati(dove l’estate dura dodici mesi), tra i mercati più "affezionati"del brand insieme a quello americano. Variegata, per vestire un pubblico diversificato, la collezione di Kiton. Varietà di colori che vanno da un sobrio ghiaccio o un attualissimo burgundy, a un osé arancione. Senza mai sfiorare l’eccesso. Raffinata, as usual, la scelta dei tessuti. Quanto alla vestibilità giacche più morbide, cappotti più lunghi, molta maglieria lavorata a mano, anche con dettagli in pelle (foto in basso). Interessante l’après-ski di KNT (acronimo di Kiton New Textures) che  “rinnova gli stilemi della moda classica in chiave sportiva” con i piumini dagli inserti in cashmere. Sofisticata, ma d’effetto la scenografia di Maragno per la collezione Radici. Pochi capi, pezzi unici, genderless, dai volumi avvolgenti con tessuti upcycling e dettagli come l’anello o la radice, che simboleggiano un abbraccio tra esseri umani e natura. Se il brand Corneliani voleva provare la vestibilità confortevole dei suoi capi c’è riuscito in pieno. Come? Con una performance di tre ballerini curata da Kate Coyne, direttrice artistica della Central School of Ballet di Londra. Davvero straordinaria perché i tre volteggiavano, su una piattaforma girevole al centro del cortile del cinquecentesco Palazzo Durini, con una leggerezza acrobatica da sembrare senza peso (foto in alto). Per loro maglieria, ma anche capispalla dalle linee ampie e "rilassate", abbinati a pantaloni dai tagli slim. Intorno alla pedana, i modelli con cappotti monopetto e doppiopetto, trench, giacche in nappa in colori dai naturali ai più vivaci. Quasi una rappresentazione teatrale da Dolce & Gabbana, che ha trasformato la passerella in un red carpet da mostra del cinema con folla di fotografi, in completo e cravatta, in azione.

Nessun commento:

Posta un commento