Non è semplice “raccontare” una mostra come quella della fotografa franco-americana Alison Harris. Neppure il titolo Chiavi smarrite: appunti fotografici può aiutare. Anche se ne annuncia bene contenuto e spirito. “Sono immagini di storie vissute, istantanee che possiamo immaginare per aprire altri mondi, trasformarle in sentimenti…usarle come occasione di nuove conoscenze e nuovi incontri” scrive nell’introduzione del catalogo Denis Curti, direttore artistico di Le stanze della Fotografia di Venezia e di altri importanti festival di fotografia.
Se ne condivide il pensiero vedendo la mostra, inaugurata ieri alla Galleria Spazio Temporaneo di Patrizia Serra in via Solferino, a Milano. Uno spazio che, nella sua essenzialità, riesce a essere accogliente e ideale per quel tipo di foto. Tutte in bianco e nero di uguali dimensioni. Tutte con un titolo sintetico e il luogo, dove la foto è stata scattata. Tutte realizzate in Italia, tutte su pellicola, che Harris ha ritrovato, scelto e fatto poi stampare da uno stampatore di Parigi, dove è nata, vive e ha iniziato la sua attività di fotografa, “influenzata dall’esperienza degli umanisti francesi soprattutto di Robert Doisneau”. Molto variegata “la materia immortalata”, ma legata da un forte filo conduttore, per il continuo dialogare di attenzione, curiosità, sentimento, humour. Ecco un particolare della Fontana dei fiumi del Bernini a Roma, ma anche, con il titolo Presepe, tabaccaio, due pile di pacchetti di sigarette che incorniciano un minuscolo presepe. Il luogo è Ruta, frazione alle spalle di Camogli. Uno dei luoghi della Riviera Ligure, dove Harris ha una casa, che rientrano spesso nelle sue immagini. Scattata invece a Roma Chiavi smarrite che dà il titolo alla mostra (foto in alto). Tra giornali, manifesti, cartoline, sopra un telefono a gettone sono appesi dei mazzi di chiavi e una tavoletta con la scritta "Chiavi smarrite". Ironia, ma anche racconti di quotidianità che lasciano immaginare storie dietro. Come Bastone con quel bastone affiancato a un maestoso portone di legno con le chiavi inserite. Cosa è successo? Un abbandono improvviso? Un incidente? Una dimenticanza? Tenerezza e dolcezza in Donna e cane, nello sguardo di lei al suo fedele compagno e nell’espressione dell’animale, attenta e curiosa. E poi ancora due marmoree statue classiche, e nel mezzo una parete di vetro con un’apertura circolare, spiegata con il titolo Statue e finestrino del portinaio. O il San Gennaro , ovviamente a Napoli, con il tempietto del santo e davanti, quasi un’offerta votiva, una moto da riparare (foto al centro). Insomma una mostra che si può vedere in poco tempo, divertendosi, ma anche rivedere, studiando a lungo ogni foto e i suoi possibili legami, il perché, cosa c’è dietro, eccetera. Proprio come un film. In bianco e nero, of course. La mostra chiude il 1°febbraio.
Molto interessante grazie. Ho visto la mostra. È magnifica. La Harris è una fotografa da scoprire senza dubbio.
RispondiEliminaGrazie per le sue chiavi di lettura che invogliano a scoprire le Chiavi smarrite e l’Italia di Alison Harris.
RispondiElimina