Non era facile mettere sul palcoscenico "un bar sotto il mare", nel senso letterale della parola. Al Teatro Menotti Filippo Perego di Milano ci sono riusciti con le luci di Mattia Pace e la regia di Emilio Russo, direttore artistico del teatro, che ha curato anche l’adattamento del romanzo del 1987 di Stefano Benni, appunto Il bar sotto il mare. Sul palcoscenico tavolini e sedie e un bancone da bar bianco, con tre sgabelli, bicchieri e bottiglie. Il tutto reso subacqueo da una proiezione di acqua con onde. In scena gli eclettici Roberto Andrioli, Lorenzo degli Innocenti e Fabrizio Checcacci, autore delle musiche insieme a Cosimo Zannelli, sempre presente con la sua chitarra.
All’inizio una persona del pubblico, scelta preventivamente, è invitata sul palco per rendere più vere le conversazioni da bar. A lui, infatti, si rivolgono per raccontare le storie di paese. Un paese, Sompazzo, senza un’ubicazione precisa, ma collocabile, per la parlata degli avventori del bar, ora in Romagna, ora in Toscana. Sono i classici pettegolezzi di paese, ma anche ritratti di personaggi "iconici", cronaca di avvenimenti salienti, luoghi speciali. Tutti enfatizzati e coloriti da una buona dose di surreale. Come La disfida di Salsiccia una gara a chi ne mangia più metri, anzi chilometri, per aggiudicarsi una bicicletta. O il Pornosabato del cinema Splendor. O ancora l’amore tra Pronto Soccorso e Beauty Case. Lui ragazzino intraprendente dalle epiche avventure in motorino con conseguenti voli straordinari e cerotti dappertutto, perennemente inseguito da un poliziotto. Lei bellissima, sogno dei maschi del paese, con le sue microscopiche minigonne fatte dalla mamma con cravatte: da una cravatta tre minigonne. La chitarra di Zannelli fa da colonna sonora, ma ogni tanto il parlato si interrompe per lasciare spazio alle poesie di Benni, trasformate in canzoni da Checcacci. Piacevoli intervalli musicali, assolutamente in sintonia. Il bar sotto il mare è al Teatro Menotti fino al 31 dicembre, con una replica il 31 alle 22, “per salutare il nuovo anno con un brindisi finale”. E lo spettacolo si presta.
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