Davvero entusiasmante L’esercito dei matti con cui chiude la stagione il Teatro della Cooperativa di Milano . Per quanto domani, dopo lo spettacolo, ci sia un incontro della drammaturga e regista Gioia Battista e dell’attore Nicola Ciaffoni con la psicanalista Olimpia Sartorelli, il tema forte è quello della guerra. Più che della follia. Il riferimento è la prima guerra mondiale, quando per evitare un reclutamento senza scampo, tanti si davano per matti. Alle volte, non riuscendo a convincere i medici, erano comunque mandati in trincea da dove ritornavano con grossi problemi psichici e venivano quindi internati a vita in manicomi.
Sul palcoscenico solo Ciaffoni, in veste di vari personaggi, mai delineati completamente, ma in modo sufficiente per essere rappresentativi di una situazione. Nell'accattivante scenografia manichini-sculture di Alberto Rocca di cui l’attore si avvale per diventare di volta in volta un personaggio diverso. Medico con camice, generale con elmetto, austriaco con elmetto–scolapasta. Le parole del suo monologo o finto dialogo, sono interrotte da suoni di tromba e chitarra suonati da lui stesso, e da musiche e canzoni della tradizione alpina come Il Testamento del Capitano . Il tono non è mai lamentoso, il dramma non è mai gridato eppure emerge con forza la paura, l’orrore dei combattimenti, la morte probabile e l’inutilità della guerra. La storia è amara, struggente, viene voglia di tapparsi le orecchie. La narrazione prende, non si riesce a staccarsene. Perfetti, misurati, senza togliere drammaticità alla narrazione i momenti quasi comici come la "teatralizzazione" della barzelletta del soldato Franz e dello sparo dietro la trincea. L’esercito dei matti è in scena in prima milanese al Teatro della Cooperativa fino a domenica 9 giugno.
Nessun commento:
Posta un commento