giovedì 6 dicembre 2018

FIGARO QUI, FIGARO LA'


Il limite fra installazione artistica e balletto è sempre più sottile. Forse agli amanti della danza pura la cosa può non piacere, ma in compenso avvicina alla danza molti non appassionati. E’ il caso di Il Barbiere di Siviglia  nella 
            versione balletto. Proposto dalla compagnia Artemis Danza, con la coreografia, le scene e le luci di Monica Casadei, per i centocinquant’anni dalla morte di Gioachino Rossini, ha debuttato a Pesaro nello storico Teatro Rossini. Fino al 9 dicembre è al Teatro Menotti di Milano.  Sul palcoscenico venti ballerini di cui dieci protagonisti, nei quali si moltiplica il personaggio di Figaro. Ma anche i ruoli di Rosina, Don Basilio, il Conte d’Almaviva sono solo accennati e si contaminano con quello di Figaro, senza distinzione di gender. Straordinari i movimenti, velocissimi, senza un attimo di pausa. I danzatori si mescolano tra loro, si scontrano, le  traiettorie dei loro voli si intersecano. Si riuniscono a formare appunto delle installazioni per poi, altrettanto rapidamente, disperdersi.  Un ruolo fondamentale lo giocano i costumi, curati da Daniela Usai. Ci sono quelli storici, frutto di una collaborazione con il Rossini Opera Festival e con il Teatro Comunale di Bologna. Lunghe palandrane di velluto damascato, gonne di broccato, bluse con  maniche a sbuffo, dall’aspetto così pesante che ci si domanda come riescano i ballerini a muoversi con quelli addosso. E poi ci sono abiti che riecheggiano gli anni Cinquanta, pantaloni, aderenti gilet, camicie e giacche dai tagli sartoriali, accessoriati con cravatte, realizzati da A.N.G.E.L.O Vintage Palace, uno dei nomi più importanti del vintage italiano. Alle musiche di Rossini si alternano delle elaborazioni musicali e dei brani originali di Luca Vianini. Divertente  e coinvolgente il finale-bis dove ognuno dei dieci danzatori protagonisti si esibisce in straordinari assolo, che sono delle vere e proprie  performance acrobatiche (Foto di Luigi Angelucci).  

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