martedì 11 dicembre 2018

...E SOGNO CALIFORNIA



Uno sconfinato arenile di sei chilometri, una torretta in legno un po’ scrostato, dove sta di vedetta il lifeguard/bagnino. Qualche cabina male in arnese. Una casetta, sempre in legno dall’aria fatiscente. Sulla balaustra, che circonda il giardinetto, l’insegna Food  lascia capire che nella bella stagione funziona da ristorante. Le due O di food sono le ruote di una bicicletta lì appoggiata. Più lontano uno strano peschereccio. Anche se potrebbe sembrare, non siamo in California, ma a Silvi in Abruzzo, in autunno inoltrato. In effetti i due luoghi hanno  una caratteristica in comune, e cioè lo stesso altissimo numero di giornate di sole. Non è un caso che un famoso marchio di lenti inizialmente scure, tra le più  rinomate del mondo, sia nato e abbia una fabbrica proprio qui. Se la spiaggiona può avere molti punti di contatto, a parte le onde che non raggiungono mai quelle del Pacifico, impossibile trovarne altri, quando ci si addentra nell’abitato di Silvi, considerata ai primi del Novecento una delle tre marinerie più importanti d’Abruzzo e definita dal pescarese Gabriele D’Annunzio La perla dell’Adriatico. Ad albergoni anonimi e dall’architettura discutibile si alternano case inizio secolo scorso con un certo fascino rétro.  E anche la via che corre parallela è quanto mai italiana, disseminata di locali e zeppa di folla durante l’estate, quasi deserta fuori stagione, con quel piacevole e inaspettato profumo di menta che esce dalla fabbrica di Saila, nota per le  caramelle, la liquirizia e i chewingum. Per non parlare del centro, arroccato su una collina di 300 metri. Del Castrum Silvae non ha più niente, a parte le due acquasantiere nella chiesa di S.Salvatore, che qualcuno sostiene facessero parte di un tempio romano. Per il resto l’impronta è medioevale anche se con diversi rifacimenti. Nella struttura delle strette vie, in quel che resta di alcuni palazzi nobiliari e nelle chiese. Come quella di San Salvatore, appunto, costruita intorno al 1100, ma oggetto di successivi interventi,soprattutto barocchi, all’interno. Del sedicesimo secolo la vicina Chiesa di S.Rocco. Sebbene rimaneggiata con un campanile a vela tipico ottocentesco, conserva  svariati elementi barocchi, tra cui il S.Rocco in legno dell’altare.      

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