domenica 2 settembre 2018

OLTRE L'HORROR



Un applauso con standing ovation di una decina di minuti  e un coro di El pueblo unido jamàs serà vencido è seguito alla proiezione di La noche de 12 anos, dell’uruguayano Alvaro Brechner (classe 1976).  Racconta, supportata da documenti e testimonianze, la detenzione, iniziata nel 1972 e durata dodici anni, di tre tupamaros, fra cui l’ex presidente dell’Uruguay José Mujica. Una ricostruzione fedele, con il filtro di una grande sensibilità, per cui le scene di violenza efferata non sono compiaciute. Ma finalizzate a evidenziare l’orribile disegno della dittatura di portare i prigionieri alla pazzia. Cosa non riuscita (nella foto al centro il momento della liberazione e dell’abbraccio con i parenti).  Trasmettere delle speranze per il futuro perché un fatto così non si  ripeta più è stato il punto su cui ha voluto insistere il regista. Ed è proprio questo che ha suscitato la reazione entusiasta del pubblico, in un momento in cui certi valori di libertà e dignità che non sembravano più messi in discussione, lo sono di nuovo.
Niente standing ovation ma applausi, sentiti e meritati, per l’atteso primo episodio di L’Amica Geniale, tratto dai libri di Elena Ferrante con la regia di Saverio Costanzo (nella foto in basso con Alba Rochwacher, entrambi in abiti Giorgio Armani), a novembre sulla Rai. Ottimo il casting, specie per quel che riguarda le protagoniste bambine, Elena detta Lenù e Lila. Ma anche la maestra, i genitori, Don Achille e tutti i ragazzini che popolano quel rione della periferia di Napoli, così ben ricreato. Fotografia impeccabile, dialogo per la maggior parte in napoletano che tiene fede ai romanzi. Ben ricostruiti gli ambienti, a cominciare dall’arredo delle abitazioni modeste agli abiti dei bambini, con quei tessuti spessi e ruvidi.
Cast al femminile (foto in alto) per il film clou della giornata, Suspiria di Luca Guadagnino. Il remake dell’horror di Dario Argento è ambientato nella Berlino degli anni ’70 e di Baader Meinhof. Ma di quella Berlino si vede ben poco, tranne il palazzone austero della scuola di danza, dove si svolge quasi tutta la vicenda. La trama è volutamente intricata e la ridondanza di effetti facili è al limite del pacchiano. Con il risultato che scene che dovrebbero essere horror diventano comiche e ridicole.  Nonostante le interpretazioni di brave attrici come Tilda Swinton e Dakota Johnson. Più plausibile, anche se un po’ caricaturale la figura dello psicanalista, interpretata da un vero psicanalista il Dottor Lutz Ebersdorf, fondatore di una compagnia di teatro sperimentale. Notevoli le coreografie e le musiche di Thom Yorke.
 





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