lunedì 25 settembre 2017

CINA, GIAPPONE, INDIA...ANZI MILANO



Ultimo giorno di sfilate a Milano. Il popolo della moda, dopo il green carpet della sostenibilità, si prepara a partire per Parigi. Apre Daizy Sheely che riassume tutti i temi di tendenza. Dal plissé soleil alle frange, dalle piume agli accostamenti a sorpresa di materiali.  Così il pizzo femminilizza il denim.  L' abito in tessuto maschile è fasciante con audace scollatura(foto al centro). Giada, marchio italiano disegnato da Gabriele Colangelo di proprietà cinese, sfila nelle sale della Pinacoteca di Brera. E la gente in piedi a pochi centimetri dai capolavori del ‘500 dà i brividi. La verticalità è il punto forte della collezione. Abiti, giacche, spolverini, in pelle e in tessuto,  scendono fluidi. I colori sono delicati come gli accostamenti, i tagli essenziali, i ricami preziosi. Ritorna a Milano, dopo il debutto nel 2016 al teatro Armani, Mitsuro Nishizaki con Ujoh, marchio del 2009. “Un nome di fantasia scelto per il suono” spiega. Trentanove anni, nato nella Prefettura di Fukui da dove vengono molti dei materiali usati, Mitsuro ha lavorato per sette anni con Yohji Yamamoto, da cui ha preso la passione per reinterpretare il tailoring. Le asimmetrie sono prevalenti, evidenti sia sul davanti sia sul retro dei capi. Molti i dettagli funzionali oltre che esteticamente validi.Come i tagli sulle maniche chiudibili con cordoncini(foto 

in alto). SSheena, brand creato da Sabrina Mandelli, special Guest di White, chiude le sfilate. E la passerella si sposta dalla Sala delle Cariatidi in un’area al centro di Piazza Duomo con bianchi divani e palloncini.La urban catwalk, con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico e il patrocinio del Comune di Milano, è un ulteriore modo per rendere partecipe la città della fashion week (foto in basso). L’ispirazione della collezione vaga dalle dive degli anni Venti allo street style con tocchi punk e ironici. Dal classico tailleur nero con frange inaspettate sul retro della giacca allo spolverino-vestaglia fino ai piedi. Sul filo del Green Fashion Award, Chopard nel negozio di Via Spiga ha presentato una capsule di gioielli disegnati da Rihanna in oro ethical fairmined, cioè estratto dalle miniere in condizioni di lavoro sostenibili e ceramica green. Sono anelli con o senza brillanti, collane, bracciali e orecchini. Madrina dell’evento Livia Firth, fondatrice e direttore creativo di Eco Age e mente organizzatrice del Premio. Last but not least, come l’anno scorso sfila la moda cinese di Shenzen. Sulla passerella della Sala del Tiepolo di Palazzo Clerici i capi sartoriali di Ellassay, lo stile punk di La Pargay, le evoluzioni del cheomsang  di Ming Yue He e i lunghi in seta ricamata di Heyi. Soebedar mostra le sue scarpe nel giardino dell’Hotel Four Seasons appese come fiori a due alberi.  Sono prodotte in Italia con materiali italiani, ma la stilista e creatrice del marchio Sieta Soebedar vive in Olanda, è nata e cresciuta in America, ed è di famiglia indiana. Fedele alle tradizioni guarda per le sue creazioni i pavoni e il fior di loto.

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