Le balene sono state spesso oggetto di racconti, fiabe, interi romanzi con firme più che autorevoli. Ma che potessero diventare il soggetto di una mostra divertente, poetica, incuriosente, allestita in un acquario, non ci se lo aspettava. E’ invece ecco Il canto delle balene. Storie fantastiche da un mondo sommerso, di Stefano Prina, all’Acquario Civico di Milano fino al 29 giugno. Stefano Prina non è un etologo e nemmeno un ittiologo o meglio un "balenologo", ma un architetto e modellista che ama raccontare storie attraverso i diorama, riproduzioni in scala ridotta di ambienti, soprattutto naturali. In questo caso, dove animali acquatici interagiscano con umani in scala.
L’autore stesso lo definisce un gioco dell’Oca in 33 tappe, dove non ci sono solo balene, ma anche polpi, squali, perfino pinguini, oltre che umani naturalmente. Ogni tappa è in sostanza "una scenetta", alle volte spiritosa e fine a se stessa, altre rivelatrice di verità scientifiche, altre ancora usata per affrontare o far riflettere su un argomento. Anche se il surreale è dominante. Ecco, per esempio, La seduta che ricrea lo studio di uno psicanalista, dove sul lettino c’è un balenottero che dice “Il fatto è che ho 738 fratelli, temo sarà una cosa lunga...”(foto in alto). C’è la tana che spiega come il gioco del nascondersi sia praticato da moltissimi animali e nei pesci preveda “in tana” quattro pesci, non uno solo come da noi umani. Un diorama racconta delle ultime bottiglie di grasso di balena, con il cadavere dell’ultima balena fornitrice trasportata via e le bottiglie a terra. Una balena di legno su un carro vuole essere la testimonianza che nella guerra di Troia non fu utilizzato un cavallo, bensì una balena (foto al centro). C’è un palio con balene cavalcate da fantini (foto in basso). L’itinerario passa anche per il cinema. Ed ecco la famigliola con nonni e cane che guardano il colossal Lo squalo terrorizzati, mentre i nipotini sono tranquilli e divertiti. “Con la mostra Il canto delle balene l’artista mette a disposizione la sua arte, che unisce abilità meccanica e sogno, per una seria riflessione sullo stato di salute del nostro pianeta” ha scritto Domenico Piraina, direttore Cultura del Comune di Milano e quindi direttore dell’Acquario Civico, nella presentazione all’ingresso. Davvero una mostra da non perdere.