domenica 22 giugno 2025

NOVITA' VO CERCANDO?

Tennis e automobili fanno a gara per dominare la scena della moda maschile. Più o meno soft, il riferimento si è avvertito in svariate presentazioni di questa Men’s Fashion Week milanese. Per quel che riguarda le auto il legame è sempre con modelli vintage. Così Canali ricorda le sue radici (l’azienda è stata fondata nel 1934 in provincia di Monza) e s’ispira alle gare automobilistiche degli anni 60 e 70. Accanto agli "indossatori", in primo piano, una Porsche d’epoca. E’ in una particolare tinta tabacco che si ritrova nei capi. 




La leggerezza è il fil rouge della collezione. Tra le novità il broken suit,  con giacche dal collo a camicia e pantaloni che sembrano in denim, ma sono in lana, i giubbotti in pelle intrecciata, lo spolverino in lino. Tra i nuovi colori il lilla per camicie, maglieria e cravatte. I colori sono importanti per Brett Johnson e come sempre si riferiscono a un luogo “amato”. Per questa collezione primavera-estate è il Pelopponeso e soprattutto la luce, per cui ci sono le sfumature di blu del mare, il verde argentato degli ulivi, il terracotta delle scogliere. I capi, come sempre, sono fluidi, leggeri ma con una costruzione sartoriale e una raffinata cura dei dettagli. Dai bottoni di corno alle tasche in camoscio. Grande uso di cashmere suede per gilet e blazer, ma anche per le scarpe tipo tennis. Tutt’altro genere la collezione di Simon Cracker (Filippo e Simone) che, as usual, fanno sfilare gli amici, uomini e donne, accomunati da tatuaggi e piercing. Così come gli "indossatori", niente è prevedibile (foto in alto). Domina l’asimmetria, l’oversize esagerato per salopette e giacche, il patchwork di tessuti, le applicazioni a effetto, come la camicia cucita sull’abito. O i dettagli enfatizzati, come la grande spilla da balia a tenere fermo un abito-spolverino, indossato da un uomo. Finale ironico con pseudo sposa in sovrapposizioni e strascichi, ovviamente bianchi. La sfilata è stata un’ottima opportunità per visitare la Fondazione Sozzani in Via Bovisasca, con le intriganti opere di Kris Ruhs. Dai grandi dipinti informali ai “ritratti” di personaggi antropomorfi, ai vasi e le ceramiche (foto in basso). Nel pomeriggio i grandi dipinti sono stati la cornice  per Lessico famigliare,  un progetto di “abbigliamento domestico” nato in tempo di Covid “per noia e per allegria” dall’idea di quattro creativi. Sono pezzi unici, tutti sostenibili, perché frutto di upcycling e riciclo, con un riferimento a un film, a un libro, a un modo di dire o anche a niente. Tutti su manichini e spesso accompagnati da microscopiche statuine-animaletti. A coordinare e curare i progetti della Fondazione, e dare un aiuto alle nuove generazioni, Sara Sozzani Maino. 

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