venerdì 15 febbraio 2013

L'ARIA SERENA DELLA MODA


Chi vorrebbe la Milano della moda più simile alla Milano del Salone del Mobile, può incominciare a sperare su basi reali. Anche se non ci sarà mai lo stesso “coinvolgimento democratico”. Proprio per l’intrinseca natura di “subliminale puzza sotto il naso” che caratterizza la moda e ne è parte dell’attrattiva.
NUDE New Upcoming Designers PE 2013
La prossima fashion week milanese si annuncia più intrigante. Molto del merito va alla fattiva collaborazione della Camera della Moda e del rinnovato Palazzo Marino, più propenso a interessarsi di quello che succede anche al di fuori della prima cerchia dei Navigli. Ne sono esempi le sfilate nei palazzi storici. O ancora gli spettacoli e le passerelle aperte al pubblico, piuttosto che la catalogazione alla Fabbrica del Vapore della straordinaria collezione di moda di Anna Piaggi,  la giornalista scomparsa lo scorso agosto.
Rientra in questo quadro Super, il nuovo progetto espositivo  di Pitti Immagine, che va ad affiancarsi agli altri due saloni, White  più rafforzato e con una identità ancora più precisa e  Milano Prêt-à-porter. Super, organizzato in collaborazione con l’Assessorato Cultura Moda e Design di Milano  e il contributo di City Life vede 240  marchi, di cui oltre il 30% stranieri, nell’ambientazione davvero speciale  del Padiglione 3 della vecchia Fiera. L’ex velodromo è stato strutturato da  Peter Bottazzi e Denise Bonapace per evidenziarne l’architettura razionalista  anni Venti. Sono previsti una serie di eventi  con  nomi di prestigio  come la shoe-designer inglese Sophia Webster e la stilista olandese  Marga Weimans, ed è dato molto spazio ai giovani. Spazio ai creativi emergenti anche a White che oltre che nell’ex Ansaldo e nel Superstudio più, si espande nelle suite dell’Hotel Nhow e nel Progetto Calabiana Milano. E’ qui che ospita AltaRoma  con la mostra Be Blue Be Balestra-A Homage to Renato Balestra. Giovani stilisti interpretano il famoso blu del couturier triestino. Alle otto proposte già presentate nell’edizione romana se ne aggiungono nove milanesi. 
Dietro questi saloni, non concorrenziali tra loro, è sempre più realistica l’idea di “un fare sistema”, fondamentale  per il made in Italy  e per un’immagine  senza provincialismi  della moda italiana.

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