mercoledì 16 maggio 2012

E LA NAVE VA


E’ stata varata una nuova nave della Costa. Si chiama Fascinosa, dopo una minicrociera  di vernissage è salpata da Venezia l’11 maggio e ora per dieci giorni  naviga tra Grecia, Israele e Turchia. E’ dedicata alla bellezza e al fascino con richiami continui al cinema, Fellini in primis. Negli interni, molto meno  ridondanti di quelli delle altre navi della flotta, ci sono pezzi di design interessanti e opere di artisti contemporanei,   legati al tema della bellezza. Mimmo  Paladino, Giulio Paolini, Vanni Cuoghi, Nathalie Du Pasquier,  Carla Tolomeo, Flavio Lucchini con le sculture omaggio alla moda ecc..
 
Quando si nomina Costa ormai l’immagine che viene  in mente è il grande mostro ripiegato su se stesso davanti al Giglio. Con storie di coraggio, eroismo, dolore, generosità, messe tutte in secondo piano di fronte a un’unica storia  insulsa, ridicola, se non avesse  risvolti tragici. Ma non sono i sistemi di sicurezza “implementati” a cancellare quell’immagine negativa e a restituire fiducia al colosso con la potenza di 380 Ferrari da 400 cavalli. Non sono  le 550 telecamere, le nuove iniziative per l’addestramento sull’emergenza a bordo. L’High Tech Safety Monitoring System per il monitoraggio in tempo reale di tutte le navi della flotta o   i mezzi di salvataggio con una capacità superiore al numero di persone a bordo (3800 passeggeri, 1110 equipaggio), con lance predisposte per  la sopravvivenza di due giorni.  Non è questo, è la gente  di bordo,  dall’ufficiale di livello più elevato all’aiuto cuoco, all’inserviente addetto allo smaltimento rifiuti. In tutti c’è un entusiasmo, una voglia di lavorare sempre meglio e sempre più uniti, con l’unico obiettivo di far star bene il passeggero.  E allora è inevitabile provare una rabbia profonda per chi ha minato, fortunatamente non riuscendoci, questo entusiasmo. E’ terribile avere la conferma che i sistemi di sicurezza non c’entrano, o c’entrano molto poco.  E che tutto è dipeso dall’ arroganza di un condensato dei peggiori difetti del macho italiano , chiamato per sbaglio (e inconscio leghismo) Gennaro, da un importante quotidiano.     

Nessun commento:

Posta un commento